DEF: i conti non quadrano

ProiezionidiBorsa

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

A quanto pare, le rassicurazioni di Tria relative al Def, che prevede un deficit al 2,4 per cento, non sono servite a rassicurare stabilmente i mercati, nonostante le proiezioni di crescita.

Nel complesso, nel momento in cui scrivo, comunque la curva dei rendimenti non esprime particolari tensioni finanziarie, ma btp ed indice azionario sono in calo.

Probabilmente, le parole di Tria non sono state così rassicuranti, nonostante in questi giorni sia circolato il detto ironico Tria tutte le magagne porta via.

Ironia a parte, dobbiamo cercare di capire cosa non quadra.

Una spiegazione dei rapporti tra debito/pil, deficit/pil e tasso di crescita già è stata da me fornita ieri al seguente articolo.

Pertanto, proviamo ad applicare i numeri fatti presenti da Tria, in particolare i tassi di crescita 2019 e 2020, indicati rispettivamente all’1,6 ed all’1,7 per cento, e deficit al 2,4 per cento annuo.

Partiamo da un livello attuale di debito su pil di circa il 132 per cento, pertanto il prossimo anno il pil passa da 100 (livello di quest’anno) a 101,6 e a 103,3 nel 2020.

Invece il debito passa a 134,4 nel 2019 ed a 136,8 nel 2020, a seguito di un incremento del 2,4 annuo di deficit.

Quindi avremo: rapporto debito/pil 2019 134,4/101,6= 132,28, e nel 2020 136,8/103,3=132,42.

Non risulta proprio, quindi, che si vada verso una riduzione del debito, come invece prospettato da Tria.

Ed infatti, applicando le formule che abbiamo visto ieri, e considerando l’obiettivo di ridurre di 1 punto percentuale all’anno su Pil il debito pubblico, calcoliamo quali dovrebbero essere i tassi di crescita, a fronte di un parametro deficit/pil del 2,4 per cento.

E’ sufficiente dividere il rapporto deficit/pil per il parametro debito/pil desiderato.

Quindi per 131 per il 2019 e 130 per il 2020.

Avremo quindi: 2,4/131= 1,832 per il 2019 e 2,4/130=1,84 per il 2020.

Ma, anche solo volendo mantenere intatto il rapporto debito/pil al 132 per cento, la crescita dovrebbe essere: 2,4/132=1,81 per cento, quindi sopra i livelli previsti da Tria.

Si dimostra così che alcune questioni sono matematicamente oggettive, non condizionabili da valutazioni meramente politiche, e sono i numeri che interessano ai mercati.

Fatti due conti, per i motivi sopra esaminati, sono proprio i numeri di Tria a non tornare, e dopo che i mercati si saranno anche loro fatti due conti, oggi ecco servito l’ennesimo ribasso sui nostri mercati.