Sempre più giù: Italia e UE a braccetto

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Normalmente quando una politica, una strategia economica ( e non solo) non funziona si cambia rotta confidando di trovare soluzioni migliori. Almeno il tentativo va fatto.

In ambito europeo invece nulla. Dai dati sulla disoccupazione che, Germania a  parte, sono vergognosi per chi con le sue direttive ci governa ad altri indicatori nulla di buono la comunità europea sta producendo.

E ora ci si stanno mettendo anche le borse a scendere con decisione e questo nonostante siamo ancora in pieno QE . Dato di contesto che deve fare riflettere molto vista la montagna di liquidità disponibile.

Dobbiamo registrare una ripresa dei corsi del nostro BTP ma non certo in grado di compensare il flusso di liquidità in uscita dai mercati azionari. Per ora è un rimbalzo dovuto alle dichiarazioni “calmieranti” dei membri del governo che stanno evitando saggiamente di tirare troppo la corda sui mercati, probabilmente in attesa di presentarsi con una manovra che regga e venga accettata.

Le borse però soffrono e ciò nonostante l’elevata correlazione coi BTP in vigore fino a qualche seduta fa e tipica di queste fasi di attacco a un paese UE, nel caso specifico l’Italia.

Evidentemente concorrono altri fattori alla formazione di questo sentiment negativo.

I dati macro-economici non danno certo una mano: oggi le vendite al dettaglio italiane sono uscite su base annua a -0.6% contro il precedente dato di +1.4%, mentre su base mensile si conferma il trend ribassista segnando un -0.1% versus il consensus  posto a +0.2% quindi non solo arretramento ma anche cambio di segno dal più atteso al meno. Dati pesanti insomma.

Fino a qua spesso a dati domestici positivi hanno corrisposto dati UE in crescita. Oggi invece anche l’importante dato sul PIL UE ha segnato il passo uscendo a +2.1% annuo mentre le aspettative erano a +2.2% . Niente di drammatico ma comunque sono miliardi e miliardi in meno di economia reale.

Oggi si riunirà alle 12 ora italiana l’Eurogruppo, non ci attendiamo novità in grado di scalfire i trend in atto ma certamente la tendenza  macro-economico suggerirebbe o meglio imporrebbe qualche radicale cambiamento strutturale negli indirizzi politici ed economici UE. Staremo a vedere se in mezzo a tanti politici esiste ancora qualche statista.