Misteri del QE europeo, dato inflattivo in Italia…Post Draghi: whatever it takes…bye bye?

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Qualcuno ci può spiegare come è possibile che ancora in pieno Quantitative Easing ( QE) europeo il dato sulla Massa monetaria M3 esca in significativo calo +4.0% contro le attese a +4.3%?

Possiamo solo pensare che questi danari in realtà non entrino nemmeno nel circolo produttivo determinato da aziende in primis e famiglie nelle vesti di consumatori! Se così è, e non vi è altra spiegazione, è gravissimo!

Per forza in area UE i paesi deboli non riescono a risollevarsi mentre chi è forte lo è sempre di più.

Di fatto un QE così impostato (e probabilmente a Draghi non è stato concesso di andare oltre)immette sì denaro nel sistema, ma nel circolo chiuso delle banche . Banche che a loro volta, più critico è il contesto, e meno svolgono la loro funzione creditizia dovendo impiegare questa ingente liquidità per fare fronte alle proprie scadenze e semmai cercare remunerazione sul mercato dei capitali senza percorrere la strada del credito che sarebbe loro propria.

Una situazione senza sbocchi evidenziata da questo incredibile dato sull’M3 e che non potrà che peggiorare quando ai vertici della BCE pare arriverà il Tedesco Jens Weidmann, l’attuale presidente della Bundesbank, la banca centrale tedesca.

Alla vicepresidenza è stato da poco nominato il ministro delle finanze spagnolo Luis de Guindos e dopo l’olandese Duisenberg,  il francese Trichet e l’italiano Draghi le probabilità che il prossimo presidente sia un tedesco sono molto alte.In questo caso, la scelta ricadrà certamente sui Weidmann .
A quel punto nessun analista si azzarderà a puntare contro una azione molto più aggressiva per la politica monetaria europea rispetto a quella pacata e ben definita portata avanti fino ad ora da Mario Draghi.

Dopo una fase in cui lo abbiamo criticato la stima nei confronti del vertice italiano della BCE è tornata ad altissimi livelli grazie al “ whatever it takes ” capace in tre parole tre, di togliere ansie e dubbi ai mercati evitando e comprimendo le correnti speculative che, ignorando il benessere sociale, appena sia possibile non si accontentano di mirare esclusivamente a sfruttare un trend ma puntano ad esacerbarlo fino al collasso di una nazione che senza che questi eccessi in molti casi sarebbe evitabile.

Questo baldanzoso tedesco, il più giovane Presidente della Bundersbank della storia, passato anche dal FMI, quanto avrà a cuore una politica di equilibrio tra i vari paesi componenti l’UE che hanno esigenze diverse per non dire opposte?
Su questo dubbio si gioca molto del futuro economico dell’Italia, ma oltre a questo della stessa sopravvivenza delle ‘Euro e della UE come impostata sino a qua. Una politica aggressiva infatti , o anche solodubitabonda, porterà sui mercati quell’energia ribassista da troppo compressa che si sfogherà principalmente sui titoli dei paesi più esposti, tra i quali , manco a dirlo, l’Italia è in prima fila.

Salvo cambi inusuali comunque il mandato di Draghi, anche se ovunque se ne parla come di cosa imminente,  scadrà soltanto a ottobre 2019 pertanto fino in vista di quella data la BCE farà la propria parte e dunque  il pallino del controllo “anti-speculazione” sarà in mano al nostro governo che con mosse mirate quanto ben spiegate dovrà prevenire o almeno limitare attacchi sullo spread e sulla borsa.

Gianluca Braguzzi
CFI Asset Management and Organization WIAM