A cura di Gian Piero Turletti
autore di Magic Box in 7 passi e di PLT
Abbiamo parlato diverse volte dello spread rispetto al bund come parametro che misura il rischio emittente di un paese.
Ma è un indicatore sempre attendibile?
Non necessariamente.
Infatti può capitare che l’incremento dello spread non dipenda da un aumento del tasso dei titoli dello stato in questione.
Potrebbe capitare, anzi, che sia il bund, sia i titoli da confrontare, abbiano rendimenti in diminuzione, ma che il rendimento del bund diminuisca maggiormente.
Se, ad esempio, un btp rende l’1% ed il bund di pari durata lo 0,5%, lo spread è pari a 0,5.
Ma se il rendimento del bund passa a 0,1 e quello del btp a 0,9, lo spread si incrementa a 0,8.
Possiamo però usare un diverso indicatore del livello di rischio, molto più attendibile, la curva dei rendimenti.
Come ho già evidenziato in diverse analisi, difficilmente questo indicatore sbaglia nel valutare la situazione di un emittente, sia esso stato, quindi il relativo debito pubblico, sia esso società privata, quindi i relativi corporate bonds.
In questi giorni lo spread btp bund è aumentato, ma come stanno veramente le cose?
Ce lo dice la curva dei rendimenti.
Dal grafico risulta evidente che la curva nel tempo è stata traslata verso l’alto, probabilmente non solo a causa della crisi turca (infatti l’incremento dei tassi risale ad un anno fa), ma anche in considerazione delle incertezze sulla politica economica del nuovo esecutivo, soprattutto in relazione alla questione delle coperture della prossima finanziaria.
Tuttavia notiamo, al tempo stesso, che la curva continua a mantenere un’inclinazione rialzista, il che significa che i mercati non proiettano particolari problematiche.
Se vogliamo, infatti, considerare una curva espressione di una gravissima situazione finanziaria, dobbiamo ad esempio considerare proprio la curva turca, ormai negativamente inclinata su un lungo tratto della sua escursione.
