La riapertura dei mercati dei mercati finanziari – successiva alla turbolenta settimana scorsa – si è rivelato di contenuta volatilità, complice l’assenza di temi catalizzatori e di pubblicazioni degne di nota. La più rilevante, per quanto di impatto estremamente circoscritto, ha riguardato le decisioni di politica monetaria della Reserve Bank of Australia la quale ha lasciato invariato il cash rate al 1,50% e non ha sostanzialmente apportato variazioni al proprio wording: previsioni di crescita ancora attorno al 3% per il 2018 e il 2019, inflazione ancora contenuta e valore della divisa domestica in “range” e comunque allineato al valore medio degli ultimi due anni.
Proprio il dollaro australiano ha tuttavia vissuto un profondo apprezzamento nei confronti di tutte le altre major, avvenuto però nella giornata di ieri e dunque precedente alle comunicazioni odierne dell’istituto centrale oceanico. Il cambio AudUsd ha fatto registrare un’impennata di oltre 100 pips in direzione delle resistenze tecniche poste a 0,7650, livello dal quale tuttavia potrebbe subire un arresto e la partenza di un ritracciamento sui supporti di breve.
Interessanti anche i quadri tecnici dei due cross principali che riguardano la divisa del Nuovissimo Continente: l’EurAud è reduce da una violazione importante di 1,55 risalente alla settimana scorsa, che ha poi trovato sviluppi molto tecnici con il retest del punto di rottura proprio di 1,55 e l’acuirsi di nuove vendite che potrebbero dunque condurre la quotazione verso la soglia di 1,52.
Simile ma in qualche modo “differita” la situazione tecnica di GbpAud, reduce dal breakout del supporto strutturale a 1,75 e in grado perciò di estendere la discesa verso 1,7350 in primo luogo e 1,7150 in secondo. Questi sviluppi tuttavia sono da interpretare in chiave multiday.”
Davide Marone
