MILANO (Reuters) – Nel medio termine la sostenibilità del debito italiano corre rischi elevati a causa di un avanzo primario insufficiente a determinare un rapido calo del debito.
Nelle sue raccomandazioni all’Italia la Commissione Ue, che, in assenza del nuovo governo, non entra nel dettaglio delle cifre del bilancio italiano, sottolinea che se l’attuale politica monetaria espansiva della Bce dovesse avere fine l’Italia correrebbe maggiori rischi.
E la valenza sistemica di Roma fa sì che i suoi problemi sono fonte di significative potenziali ricadute sull’intera zona euro.
Bruxelles non chiede per l’Italia una procedura per debito eccessivo ma sottolinea, con il vice-presidente Valdi Dombrovskis, che l’Italia deve ridurrlo e, con il commissario agli Affari Economici e Monetari Pierre Moscovici, che c’è bisogno di una risposta sul tema da parte di un gverno credibile.
La sostenibilità di lungo termine del bilancio italiano, spiega la Commissione nelle raccomandazioni, si sta indebolendo a causa di recenti misure di spesa pubblica e del trend demografico avverso.
L’avanzo primario a fine 2017 era inferiore al 2% del Pil, mentre studi di Bankitalia e di altre istituzioni fissano al 4% il livelli di avanzo primario necessario per ridurre il debito significativamente.
Nel breve termine i rischi di rifinanziamento del debito sembrano limitati, soprattutto grazie all’ampia liquidità delle banche italiane e al miglioramento dei conti con l’estero.
In tema creditizio Bruxelles sottolinea che lo stock di npl, pur in riduzione, rimane elevato rispetto ad altri paesi Ue e che questo pesa sui margini degli istituti italiani.