L’economia non segue percorsi lineari: l’esempio dell’eurozona e dell’eurodollaro

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 Gian Piero Turletti è Autore di Magic Box e PLT

Tutti sappiamo che il trend dei mercati finanziari non è lineare, o meglio. Abbiamo un percorso principale, intervallato da una serie di correzioni di brevissimo, breve e medio termine, in direzione opposta.

Se qualcuno si domanda perché questo succeda, in altri termini perché un trend di lungo non vada sempre e solo al rialzo o al ribasso, possiamo rispondere che segue il trend economico.

Ed un trend economico, del tutto simmetricamente, va in una direzione principale, ma intervallato da news e dati in direzione opposta.

In altri termini, non è come il percorso lungo un viale che va dritto dall’origine alla destinazione finale, ma si compone di giravolte, percorsi paralleli e perpendicolari. E solo la sintesi di questi percorsi di breve e medio, di cui solo una parte nella direzione principale, farà raggiungere la meta finale.

Questa introduzione, serve a comprendere cosa sia successo in Europa nei primi mesi dell’anno in corso.

Pur nell’ambito di un trend crescente dell’economia sul lungo termine, soprattutto alcuni elementi contingenti, come influenza ed altri ancora, sarebbero stata la causa principale, secondo molti analisti, della fase di rallentamento accusata dall’economia dell’eurozona, nel primo semestre, rallentamento però destinato ad essere superato da un’economia più vivace nel secondo semestre.

Tale situazione potrebbe aver inciso, almeno in parte, soprattutto sul trend dell’euro dollaro che, pur in un quadro ancora sostanzialmente rialzista, ha conosciuto un ribasso iniziato nel mese di febbraio.

Talora, invece, sono situazioni particolari che possono determinare correzioni anche pesanti del trend di lungo, come l’attuale situazione politica italiana.

E’ infatti indubbio che se vengono messi in forse alcuni accordi europei, ancora una volta il rapporto euro dollaro non può non risentirne.

In tal senso, e continuando nell’esempio del cross valutario, a parte alcuni aspetti del cosiddetto contratto di governo, già esaminati nel mio articolo di ieri, a quanto pare vengono messi in forse anche gli accordi relativi alla Tav, con ulteriore possibile dispendio finanziario, anche per le penalità che si dovrebbero pagare, unitamente ad un ulteriore colpo alla tenuta degli accordi tra paesi dell’eurozona.

Queste riflessioni per spiegare, non da un punto di vista tecnico (sul quale tornerò in altre analisi), ma politico ed economico soprattutto un trend, come quello dell’euro dollaro.

Anticipo solo che fin tanto che non vengano rotti alcuni supporti di lungo termine, il trend di fondo resta tuttora intatto a favore del ciclo rialzista, che dovrebbe durare diversi anni.