LONDRA (Reuters) – L’attività economica nella zona euro ha chiuso il primo trimestre con l’espansione più modesta da inizio 2017, condizionata da un tempo meteorologico poco clemente e da un euro forte.
La crescita resta comunque solida e diffusa, con la produzione in aumento in ogni Paese, ma anche i segnali di rallentamento sono presenti sull’intera regione, comprese le quattro maggiori economie del blocco.
L’indice Pmi finale a cura di IHS Markit composito, che accorpa servizi e manifattura, è sceso a 55,2 in marzo da 57,1 di febbraio, contro una stima flash di 55,3. E’ il più deciso calo mensile da quasi sei anni, benché resti solidamente sopra i 50 punti che sparano contrazione da crescita. “L’economia della zona euro ha smesso di bollire a marzo, ma resta calda. I sondaggi restano indicativi di un’economia in crescita di un notevole 0,6% su base trimestrale”, dice Chris Williamson, capo economista di IHS Markit che sottolinea come speso si registri un rallentamento dopo una partenza dell’anno sprint. A gennaio il Pmi ha toccato un massimo da giugno 2006.
Il sottoindice sui nuovi ordini è sceso a un minimo da 14 mesi a 55,0 da 56,3. L’indice che riguarda il settore servizi ha toccato un minimo da sette mesi a 54,9 da 56,2, appena sotto la lettura preliminare di 55,0.