Dal sito Investing.com – Giornata negativa per Banca Carige (MI:CRGI), sottoperformando l’indice di settore (FTSE Italia All Share Banks) e in controtendenza rispetto al Ftse Mib che resta sopra la parità (+0,27%).
In corso l’assemblea dell’istituto genovese con i soci che voteranno per il bilancio 2017 che si è chiuso in rosso di 385 milioni di euro.
“Il 2018 deve essere l’anno della svolta” ha affermato nel suo intervento l’ad Paolo Fiorentino, aggiungendo che “stiamo lavorando per riposizionare la banca sotto tutti i punti di vista” e che “la partenza di quest’anno vede dati promettenti gennaio-febbraio nei mutui alle imprese abbiamo +162%, alle persone +28%, i prestiti personali +12%”.
All’attenzione dei soci anche la lettera con la quale la Bce ha assegnato lo Srep (supervisory review and evaluation process) per 2017, sceso a 11,175%, rispetto all’11,25%.
“Il giudizio espresso dallo Srep 2017 di Bce è una fotografia del 2016 e quindi precedente il rafforzamento patrimoniale avvenuto a fine 2017”, ha spiegato Fiorentino, raccontando di aver “letto con sorpresa i commenti sui giornali sulla nostra pagella Bce. Era la fotografia del 2016 e che in realtà secondo il ciclo documentale della Bce è arrivata a noi a ottobre 2017 quando eravamo nel pieno delle attività di ripatrimonializzazione della banca”.
In un ulteriore passaggio del suo intervento ha riguardato possibili aggregazioni dell’istituto, con Fiorentino che ha spiegato come sia “in atto ed è inesorabile un processo di consolidamento delle banche e non credo che Carige si possa permettere di restare fuori perché questi processi generano valore soprattutto per i territori e gli azionisti. Io lavoro perchè la banca e gli azionisti abbiano le opzioni per scegliere e possano arrivare a un eventuale matrimonio con il vestito buono. E noi ci arriveremo molto eleganti”.
“Nel 2020 puntiamo a 2,1 miliardi di crediti deteriorati che saranno coperti al 55% e quindi la banca avrà un netto di un miliardo”, ha detto Fiorentino che parlando degli azionisti ha sottolineato: “l’auspicio è che alla fine, prima di mettersi a litigare, si capisca quale è il colore delle maglie perchè magari abbiamo tutti quella del Genoa o della Sampdoria”.
Quanto al nodo sofferenze “sono tutte vecchie: i flussi nuovi sono assolutamente pre crisi, siamo tornati a livelli meno che fisiologici. Ovviamente avevamo i 7,3 miliardi del 2016 e abbiamo fatto -37% nella seconda parte del 2017. Ora abbiamo lo spazio per arrivare a target ancora più ambiziosi. Nel 2020 puntiamo a 2,1 miliardi di npl (crediti deteriorati, ndr) che saranno coperti al 55%, quindi la banca avrà un netto di 1 miliardo”, ha spiegato Fiorentino.
L’ad ha poi annunciato la cessione delle attività di merchant book, cioè i servizi di incasso dei contratti Pos, al gruppo Nexi, spiegando di avere “appuntamento mercoledì per firmare e faremo il comunicato”
Altro tema “caldo” che è stato affrontato dall’ad riguarda l’azionariato con le mosse dell’imprenditore romano Raffaele Mincione sotto osservazione. Fiorentino ha ribadito che la quota posseduta da Mincione è del 5,4%, così come comunicato dallo stesso imprenditore, mentre alcune voci diffondevano la notizia di un possibile raggiungimento di quota 9%.
L’arrivo di Mincione aveva creato qualche malumore tra i soci e Fiorentino si è affrettato ad invitare al dialogo “perché noi abbiamo bisogno di una struttura forte e più coesa possibile”. Dialogo che sarebbe opportuno avvenisse “”prima di mettersi a litigare” e col fine anche di capire “quale è il colore delle maglie: magari sono tutti del Genoa o tutti della Sampdoria”.
Nel frattempo, il primo socio Carige che detiene più del 20%, il gruppo Malacalza Investimenti, si è detto favorevole all’idea di aprire il cda al rappresentante dei piccoli azionisti della banca.
“In considerazione dello sforzo finanziario profuso dall’azionariato e dai piccoli azionisti, che negli ultimi anni, vale la pena di ricordare, hanno contribuito ad assicurare la copertura di aumenti del capitale per oltre 2,2 miliardi complessivi”, ha affermato il rappresentante della famiglia Malacalza nel suo intervento alla assemblea degli azionisti Carige, “Malacalza Investimenti non può non condividere e fare propria la richiesta da più parti pervenuta di aprire il consiglio di amministrazione a un rappresentante di piccoli azionisti”.