Uno dei principali drivers dei mercati internazionali è rappresentato dall’andamento dei tassi, storicamente al ribasso sui principali mercati obbligazionari occidentali, ma………
Oggi più che mai questo driver è rilevante, in particolare negli USA.
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La sostenibilità della finanza pubblica a stelle e strisce impatta, ad esempio, sulla possibilità di finanziarie la riforma fiscale di Trump ed i vari programmi di espansione economica collegata.
Tutto si lega in un mix indissolubile, ed il venir meno proprio della fase di ribasso dei tassi potrebbe costituire il punto di svolta anche per l’azionario.
Del resto, tradizionalmente, i trend principali dell’azionario sono sempre preceduti da analoghi trend dell’obbligazionario, anche se la sfasatura temporale può differire nei diversi contesti.
Ora, cosa sta succedendo sull’obbligazionario USA?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo intanto rilevare che il bond decennale USA ha ormai superato la fatidica soglia di rendimento del 2,5 per cento, indicata dal guro dell’obbligazionario USA, Gross, quale soglia spartiacque tra rialzo e ribasso di lungo.
La situazione è peraltro supportata da considerazioni, che potremmo definire di analisi fondamentale, in considerazione del ridimensionamento di acquisti da parte cinese, decisione parte della strategia di guerra commerciale in atto tra USA e Cina.
E, si sa, quando le mani forti vengono meno, è difficile che un mercato possa continuare nel proprio trend rialzista di lungo termine.
Alcune conferme vengono da diversi tipi di analisi, ciclica, magic box e PLT.
In realtà, in base alla tecnica PLT, abbiamo avuto un segnale di alert di inversione ribassista sul treasury bond decennale, già a marzo 2013, poi confermato a maggio del medesimo anno.
Ulteriori segnali di conferma ribassista si sono poi succeduti nel tempo, compresa, a novembre 2016, la rottura di un importante supporto dinamico di magic box.
In effetti, i massimi raggiunti a giugno 2012, avevano centrato, in prezzo e tempo, un target di magic box, e ciclicamente assistiamo per la prima volta, da molti cicli, ad un secondo sottociclo parte del ciclo di 88 mesi, che assume connotati negativi, cioè un vincolo ribassista che dovrebbe far proseguire l’intero ciclo con minimi e massimi decrescenti.
L’eventuale cedimento di area 123 confermato in chiusura mensile, proietterebbe i corsi verso un primo target in area 111,54, per/entro il mese di gennaio 2022, in prossimità quindi del mese di febbraio 2022, dove anche il ciclo di 88 mesi indica la fine del trend ribassista in essere.
Riassumendo, possiamo dire che quello in corso è un trend ribassista ormai in atto da anni, e gli ultimi segnali altro non fanno che confermare tale tendenza.
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Cimatti Mario Marco