Mentre continuano le voci su Telecom le quotazioni danno segnali molto interessanti

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Alla chiusura del 31 Ottobre scrivevamo (Mediaset e Telecom si muovono in direzione opposto a quella indicata dagli analisti. Cosa bolle in pentola?)

Per Telecom non s’intravedono segnali di recupero che si materializzerebbero solo con chiusure settimanali superiori a 0.75551€. In caso contrario si continua al ribasso fino in area 0.62€.

Nonostante la chiusura negativa di venerdì 3 Novembre, la chiusura settimanale è stata superiore al livello indicato di 075551€. A questo punto si aprono scenari interessanti che hanno come I° obiettivo naturale area 0.84€. L’unica condizione affinché questo scenario si materializzi è la tenuta dell’ex resistenza (ora supporto) in area 0.75551€.

News: Fonte MilanoFinanza

Il titolo Telecom Italia  (Tim ) resta inchiodato a quota 0,7635 euro in borsa all’indomani della decisione del governo di adottare le misure per l’esercizio del golden power sulla rete della compagnia, la seconda e ultima parte delle decisioni sull’esercizio dei poteri speciali per il cambio di controllo degli asset del gruppo.

Le prescrizioni appaiono ragionevoli, imponendo adeguati investimenti di mantenimento e sviluppo della rete e una comunicazione preventiva al comitato di monitoraggio di variazioni di assetti societari o di cessione di asset strategici. Come previsto, non c’è nessun riferimento specifico al progetto di separazione della rete che è, in realtà, l’obiettivo finale del governo.

Da parte sua Telecom Italia  ha risposto con un tono soft, affermando che gli obblighi previsti dal decreto sono coerenti con la propria strategia e che intende quindi impegnarsi al rispetto di questi obblighi e proseguire nel rapporto costruttivo con governo e autorità. Gli analisti di Banca Imi riconoscono il tono costruttivo del comunicato stampa di TI “che rappresenta una discontinuità rispetto alle discussioni degli ultimi mesi tra il ministro dello Sviluppo economico, Calenda, e l’ad di Telecom Italia , Amos Genish”, affermano alla banca d’affari.

“Come previsto, si tratta di misure soft che non impediranno, secondo il nostro punto di vista, una continua pressione da parte di tutte le istituzioni al fine di ottenere la separazione della rete fissa”, aggiungono gli analisti di Banca Akros. Dunque se con questa decisione si chiude il tema del golden power, che ha focalizzato l’attenzione del mercato in questi ultimi mesi, per gli analisti resta aperta l’ipotesi di societarizzazione e Ipo della rete su pressione dell’autorità o su iniziativa del gruppo.

Senza dubbio, sostengono a Banca Imi, “l’esercizio del golden power aumenta l’influenza del governo su TI. Se questa saga porterà anche a uno spin-off della rete rimane discutibile. A nostro parere, le prossime elezioni politiche potrebbero bloccare qualsiasi ulteriore sviluppo almeno fino alla prossima legislatura, prolungando così l’attuale scarsa visibilità su questo tema”, concludono a Banca Imi.

E’ chiaro, comunque, che l’ipotesi di societarizzazione e Ipo della rete è “un’opzione che può creare valore per TI, evidenziando la sottovalutazione del business domestico ex-rete, che vale 3-4 volte l’enterprise value/ebitda 2017 ipotizzando un valore della rete nel range 7-9 volte l’ebitda, senza pregiudicare il controllo dell’infrastruttura”, sottolineano gli analisti di Equita che continuano a puntare (buy) sull’azione con un prezzo obiettivo a 1,26 euro, come quelli di Banca Akros (rating accumulate e target price a 1,12 euro), di Mediobanca  Securities (rating outperform e target price a 1,34 euro) e di Banca Imi (buy) che oggi hanno anche rivisto al rialzo il target price di Telecom Italia  da 1,08 a 1,11 euro in vista dei conti del terzo trimestre 2017 (il cda si riunisce il prossimo 10 novembre).

Gli esperti di Banca Imi si aspettano che il terzo trimestre sia più debole dei precedenti per quanto rigiarda il business domestico, ma in generale fiutano numeri resistenti considerando anche l’attuale competizione. In particolare, l’ebitda della società nel terzo trimestre è visto in miglioramento dell’1,7%, anche grazie alla buona performance di Tim Brasil, nonostante i tassi di cambio poco favorevoli. Tuttavia l’ebitda domestico dovrebbe essere peggiorato del 2%. Quanto al debito a fine settembre dovrebbe aumentare a 26,2 miliardi di euro dai 25,1 miliardi di fine giugno a causa delle tasse pagate (800 milioni), oltre che del versamento di circa 650 milioni per le frequenze di trasmissione.

Gli esperti di Banca Imi, pur ritoccando verso l’alto in media dell’1,9% le stime di ebitda 2017-2019 e dell’8% di utile per azione, sono cauti sulle prospettive del business delle tlc in Italia nel quarto trimestre e anche nel prossimo anno, mettendo in conto una più agguerrita concorrenza anche per l’ingresso di Iliad. In ogni caso, il titolo tratta a sconto rispetto ai competitor e potrebbe beneficiare di un eventuale spin off della rete, anche se per adesso c’è scarsa visibilità su tale scenario che potrebbe esser rinviato tenendo conto delle elezioni italiane il prossimo anno.