Nel giorno in cui Ferrari va a toccare un nuovo massimo storico in area 105€, il titolo chiude con un ribasso di circa il 3%.
Molto probabilmente trattasi di realizzi dopo il rialzo senza soluzione di continuità che caratterizza il titolo dal momento della sua quotazione.
Il ribasso, quindi, per il momento non intacca l’impostazione rialzista a patto che non venga violato al ribasso il supporto in area 98.56€. Rimane sempre valida la proiezione rialzista, supportata dal segnale di trading, con I° obiettivo naturale in area 114.42€.
News: Fonte MilanoFinanza
Trimestre record e Ferrari alza i target 2017. Nel terzo trimestre di quest’anno i ricavi netti della Rossa si sono attestati a 836 milioni di euro, con un incremento di 53 milioni o del +6,7% (+9,3% a cambi costanti a causa dell’indebolimento del dollaro rispetto all’euro) rispetto allo stesso periodo del 2016. Il dato è pressoché in linea con le attese del consenso Bloomberg a 839 milioni di euro.
Più nel dettaglio, i ricavi da automobili e parti di ricambio (605 milioni) sono aumentati del 12,7% rispetto all’anno precedente, trainati da volumi maggiori e dal mix positivo, guidato dai modelli delle famiglie 488 e GTC4Lusso e da LaFerrari Aperta. Questo risultato è stato in parte compensato dall’auto da corsa non omologata FXX K che nel 2016 ha completato il suo ciclo di produzione limitato.
Mentre i ricavi da motori hanno registrato un calo del 9,8% a 88 milioni a causa della cessazione dell’accordo di fornitura sottoscritto con un team di Formula 1 e alla leggera diminuzione delle vendite a Maserati, dovute a un diverso calendario di produzione. Anche i ricavi da sponsorizzazioni, proventi commerciali e relativi al marchio sono calati dell’1,3% a 124 milioni per il peggior posizionamento nelle classifiche del Campionato 2016 rispetto al 2015, in parte compensato da un aumento dei ricavi da sponsorizzazioni e relativi al marchio. Gli altri ricavi (19 milioni, -18,8%) hanno registrato una flessione dovuta al deconsolidamento del business europeo dei servizi finanziari, da novembre 2016.
Nel periodo le vetture consegnate hanno raggiunto le 2.046 unità con un aumento di 68 unità o del 3,4% rispetto all’anno precedente. Questo risultato è stato trainato da un aumento del 27% delle vendite dei modelli a 12 cilindri (V12), mentre quelle dei modelli a 8 cilindri (V8) hanno registrato un calo di poche unità a causa dell’uscita dal mercato della California T.
La forte performance dei modelli V12 è stata guidata dalla GTC4Lusso e da LaFerrari Aperta, andamento in parte compensato dalla F12berlinetta in fase di uscita dal mercato e dalla F12tdf, che sta concludendo il suo ciclo di produzione limitato. La 812 Superfast è appena stata introdotta nella regione Emea e ha già una lunga lista d’attesa che va oltre il 2018. Mentre le performance dei modelli V8, che hanno risentito degli effetti dell’uscita dal mercato della California T, sono state quasi del tutto compensate da quelle della famiglia 488 e della GTC4Lusso T. Quanto alle consegne della Ferrari Portofino, presentata di recente, inizieranno il prossimo anno.
Oltre le attese del consenso (185,5 milioni), invece, l’ebit adjusted, in aumento del 17,3% a 202 milioni grazie alla crescita dei volumi (14 milioni). Il mix ha beneficiato dell’impatto positivo (23 milioni) del modello LaFerrari Aperta e dell’aumento del pricing, in parte compensato dall’auto da corsa non omologata FXX K, che ha concluso il suo ciclo di produzione limitato nel 2016.
I costi di ricerca e sviluppo e i costi industriali sono aumentati a 8 milioni come le spese generali, amministrative e di vendita (2 milioni). Invece i cambi, escluse le operazioni di copertura, hanno avuto un impatto negativo pari a 21 milioni di euro a causa del deprezzamento del dollaro, dello yen e della sterlina. Inoltre, nel terzo trimestre l’aliquota fiscale è scesa al 27,6% rispetto al 29,8% dello stesso periodo del 2016 in seguito all’effetto combinato della decisione del governo italiano di ridurre l’aliquota fiscale nominale al 24% dal 27,5%, di ulteriori deduzioni relative ai costi di ricerca e sviluppo e degli ammortamenti.
Sulla base di tutte queste voci, l’utile netto adjusted del Cavallino Rampante nel terzo trimestre è stato pari a 141 milioni, facendo registrare un aumento di 28 milioni di euro (+24%). Il consenso se lo aspettava a 127,5 milioni. Infine, l’indebitamento industriale netto si è ridotto più del previsto a 485 milioni, rispetto ai 653 milioni del 31 dicembre 2016, grazie alla generazione di un forte free cash flow industriale, pari a 147 milioni. Il consenso Bloomberg si aspettava un indebitamento industriale netto a 525 milioni.
A fronte di questi numeri la Casa di Maranello ha rivisto al rialzo l’outlook 2017. Ora si aspetta consegne pari a 8.400 unità, incluse le supercar; ricavi netti a 3,4 miliardi (in aumento rispetto a oltre 3,3 miliardi); un ebitda adjusted pari a 1 miliardo (in aumento rispetto a oltre 950 milioni) e un indebitamento industriale netto inferiore a 500 milioni (rispetto a circa 500 milioni), inclusa una distribuzione ai possessori di azioni ordinarie ed esclusi potenziali riacquisti di azioni.
A Piazza Affari il titolo Ferrari , dopo un primo momento di sbandamento fino a un minimo a quota 99,30 euro, ha recuperato terreno e ora cede l’1,45% a quota 102,30 euro. I trader parlano di semplici prese di profitto dopo che l’azione da inizio anno ha guadagnato oltre l’80% e proprio oggi ha aggiornato il massimo storico a quota 105,30 euro.
Questa mattina, quindi prima della pubblicazione dei conti, Mediobanca Securities ha confermato la raccomandazione outperform e il prezzo obiettivo a 109 euro sul titolo, Banca Imi buy con un target price a 110,5 euro, lo stesso giudizio di Equita che però ha un target price a 110 euro. Mentre Banca Akros ha un rating accumulate e un target price a 105 euro.
L’attenzione del mercato è focalizzata ora sul prossimo piano industriale che dovrebbe essere annunciato nel primo trimestre 2018, quando Ferrari dovrebbe svelare parte dei suoi piani per i lanci di nuovi prodotti e l’espansione dei volumi, senza diluire il valore del marchio, e dare indicazioni su un ulteriore miglioramento dei margini.