Mediaset: riuscirà l’aumento della pubblicità a far invertire rotta al titolo?

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Sul titolo è in corso una proiezione ribassista che da oltre 10 sedute si appoggia sul supporto in area 2.89€. La sua rottura farebbe scendere le quotazioni fino in area 2.748€ (II° obiettivo naturale) e a seguire il III° obiettivo naturale in area 2.37€.

I rialzisti acquisirebbero forza solo con chiusure giornaliere superiori a 3.12€

 


Le News_Fonte MilanoFinanza

Il cfo di Mediaset , Marco Giordani, non si sbilancia sul trend della raccolta pubblicitaria. “La visibilità è molto breve, il che rende complesso tracciare stime per la fine dell’anno. Possiamo tuttavia dire che radio e televisione, i due mezzi su cui siamo più presenti, stanno comunque performando meglio rispetto al totale del mercato pubblicitario. Per tv, radio e internet, i nostri fatturati sono in crescita e quindi speriamo di mantenere questo tipo di velocità anche nel prossimo quadrimestre”, ha dichiarato Giodani ai microfoni di Class-Cnbc (tv del gruppo Class Editori ) dopo i conti del primo semestre del gruppo del Biscione che hanno segnato il ritorno all’utile netto.

In merito a Mediaset  Premium questa “si proporrà ai clienti con una modalità nuova e innovativa rispetto al passato, diversa dalla Premium che è stata”, ha detto ancora Giordani, ricordando come gran parte delle trasformazioni sui modelli di business del settore è avvenuto in seguito all’arrivo sul mercato di Netflix.

Nel nuovo piano steso per la pay tv del gruppo, ha aggiunto il top manager, “al momento c’è una Premium senza calcio”, poiché non è certa l’aggiudicazione di uno o più pacchetti di trasmissione della Serie A che la Lega metterà in gara e anche in funzione del fatto che i diritti per trasmettere la Champions League nel prossimo triennio sono passati a Sky.

Tuttavia, ha assicurato Giordani, “ci stiamo trasformando in termini digitali e dal 2018 ci proporremo in maniera differente, calcio o non calcio. E’ evidente che senza il calcio avremmo meno abbonati e fatturato, ma il vecchio modello di pay tv per noi è finito: chi non si adegua, fatalmente avrà problemi di redditività e galleggiamento sul mercato”.

Il top manager non ha nascosto che in seguito all’aggiudicazione della Champions League al suo diretto concorrente “perderemo di certo ricavi e abbonati”, ma al tempo stesso si è detto certo “che la nostra redditività salirà”. Giordani ha inoltre ricordato che Mediaset , in vista dell’asta per i diritti della Champions League, aveva presentato “un’offerta importante, superiore a quella fatta nell’ultimo triennio. Evidentemente Sky è riuscita a fare una proposta maggiore sulla scorta di un business plan molto più ottimista del nostro”.

Comunque, Mediaset  Premium “lavora più sui margini che sul numero di tessere. Una delle componenti del piano lanciato nel 2017 era recuperare redditività su Premium, magari anche attraverso pressioni sul fronte di ricavi ma con miglioramento su margine”. Nell’ultimo anno, la pay tv del Biscione ha visto diminuire di quasi 100 mila unità le tessere necessarie per vedere i programmi in abbonamento.

Una flessione che non preoccupa, anche perché, ha assicurato Giordani, “sta andando meglio del budget che avevamo ipotizzato a inizio anno”. Al contempo, Mediaset  abbia deciso qualche mese fa “di abbandonare il pacchetto bambini, che generava ricavi, ma ovviamente portava costi. Lo abbiamo abbandonato razionalmente per un problema di profitti, abbiamo quindi preferito perdere qualche abbonato e qualche ricavo”.

Quindi, per quanto riguarda l’asta per i diritti di trasmissione della Serie A, Mediaset  adotterà “un approccio molto razionale: concorreremo per i pacchetti che la Lega metterà in vendita solo se consentiranno di dare ai clienti un’offerta adeguata, di qualità, a un prezzo ragionevole. Altrimenti non parteciperemo, perché il nostro è un obiettivo di redditività”.

A gennaio il gruppo ha lanciato un piano quadriennale al 2020 “i cui effetti si stanno già vedendo nel primo semestre: ad esempio, siamo riusciti a generare una cassa importante”, ha precisato il cfo. Dal punto di vista del debito “sono stati fatti investimenti straordinari, con l’acquisto del 4° multichannel network mondiale assieme ai nostri pari in Francia e Germania. Le nostre controllate Ei Towers  e Telecinco hanno poi sviluppato nel semestre i rispettivi piani di buyback che ci hanno fatto salire in termini di quota di controllo ma che al tempo stesso hanno comportato esborsi importanti. Il totale di questi investimenti è di circa 100 milioni: una cifra che è quasi equivalente al peggioramento della posizione finanziaria netta” di periodo.