di Elvira Pollina e Antonella Cinelli
MILANO/ROMA (Reuters) – Imprese e consumatori italiani avvertono in maniera più netta la ripresa della congiuntura e mostrano maggiore ottimismo sulle prospettive dell’economia nazionale, che quest’anno dovrebbe centrare una crescita di 1,5%, la migliore dal 2010.
E’ l’istantanea scattata dagli indici di fiducia di settembre a cura di Istat, tra cui emerge, in particolare, il balzo di quella delle imprese manifatturiere, il cui indice sale a 110,4 da 108,5 (108,1 le attese), toccando il livello più alto da agosto 2007.
“Si tratta dell’elemento probabilmente più incoraggiante”, sottolinea Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo . “Viene segnalato un aumento degli ordini sia nazionali che esteri, e questo attenua i timori di un impatto negativo del recente apprezzamento dell’euro”.
Nel mese di settembre, sottolinea Istat, emerge un aumento del clima di fiducia in tutti i settori, ad eccezione dei servizi, dove è rimasto stabile.
L’indice complessivo sul clima delle imprese – manifattura, servizi, commercio e costruzioni – sale a 108,0 da 107,1 di agosto. Anche in questo caso è il livello più alto da agosto 2007.
“La situazione complessiva delle imprese migliora e questo è un segnale positivo per gli investimenti che dovrebbero mostrare un maggiore vivacità”, aggiunge Mameli.
Sul fronte dei consumatori, la fiducia sale a settembre a 115,5 da 111,2 (rivisto da 110,8) di agosto. Si tratta del livello più alto da gennaio 2016. La mediana delle stime raccolte da Reuters fra gli analisti indicava un indice a 110,8.
“Ci aspettavamo una moderazione della crescita dei consumi, che invece potrebbero mostrare una certa tenuta, a conferma di una ripresa che si poggia molto sulla domanda interna”, prosegue Mameli.
Da sottolineare il calo dell’indice delle aspettative sulla disoccupazione, sceso a 11,7 da 30,5 in agosto, di pari passo con quello relativo alle attese sulla situazione economica dell’Italia, passato a -1,1 da -21 del mese precedente.
“E’ il segnale che il miglioramento del mercato del lavoro comincia ad essere percepito maggiormente dalle famiglie”, conclude Mameli.