Bce, diversi consiglieri preparano terreno a graduale inasprimento politica

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FRANCOFORTE (Reuters) – Sei consiglieri della Banca centrale europea hanno rilasciato dichiarazioni che sembrano preparare il terreno ad un graduale ritiro dell’aggressivo stimolo monetario da parte dell’istituto centrale, alla luce di una crescita più solida all’interno della zona euro.

I consiglieri esecutivi Sabine Lautenschlaeger, Yves Mersch e Benoit Coeurè ed i governatori della banche centrali nazionali di Olanda, Austria ed Estonia hanno fatto tutti riferimento alla prospettiva di una graduale riduzione del programma di acquisto asset da 2,3 miliardi di euro, avviato due anni e mezzo fa.

“L’economia nell’area euro sta facendo meglio e ci sono le condizioni perche l’inflazione si riprenda e si muova stabilmente verso il nostro obiettivo”, ha affermato Lautesnchlaeger in un contributo scritto al forum finaziario Eurofi, che avrà luogo a Tallinn dal 13 al 15 settembre.

“Dobbiamo essere preparati a prendere decisioni difficili al momento giustio. Dobbiamo anche adattare di conseguenza le nostre comunicazioni”, ha aggiunto Lautenschlaeger, considerata tra gli esponenti con posizioni più ‘da falco’ nel consiglio.

Secondo quanto riferito a Reuters da alcune fonti, il consiglio Bce della settimana scorsa ha convenuto di avviare una riduzione degli acquisti asset e tale decisione sarà probabilmente comunicata al meeting del 26 ottobre.

Coeurè ha sottolineato come la politica monetaria Bce resterà accomodante per un periodo più prolungato, minimizzando il freno all’inflazione da parte del recente rally dell’euro.

“Rispetto agli shock sulla domanda del passato, la politica resterà accomodante per un tempo più lungo, modificando ulteriromente la trasmissione di qualsiasi apprezzamento del cambio innescato dalla crescita economica”, ha affermato.

“Con l’attuale ripresa nella zona euro largamente guidata dalla domanda domestica, la forza dell’euro potrebbe avere anche un effetto sulla crescita più contenuto rispetto, per esempio, a quanto avvenuto dopo la grande crisi finanziaria”, ha proseguito.

“Gli shock esogeni sul cambio, se persistenti, possono portare ad un irrigidimento delle condizioni di finanziamento con conseguenze non desiderabili sulle prospettive di inflazione”, ha comunque evidenziato Coeurè.

GRADUALITA’

Finora gli esponenti Bce si sono astenuti dal modificare la politica monetaria soprattutto per il timore che questo potesse spingere verso l’alto l’euro e i costi di finanziamento, finendo così per annullare gli sforzi dell’istituto a sostenere l’economia.

Cercando di minimizzare queste paure, Mersch, il governatore estone Ardo Hansson e il collega austriaco Ewald Nowotny hanno sottolineato che la riduzione dello stimolo sarà graduale.

“E’ stata data troppa enfasi ai timori di una normalizzazione della politica monetaria”, ha affermato Hansson nel suo messaggio all’Eurofi.

“Il processo di normalizzazione della politica monetaria è molto graduale e in realtà è già iniziato”, ha aggiunto.

Il governatore centrale olandese Klaas Knot ha enfatizzato nel suo intervento all’Eurofi il rischio che il denaro facile possa innescare bolle e comportamenti spregiudicati sui mercati finanziari.

La Bce ha come obiettivo un’inflazione inferiore ma vicina al 2% nel ‘medio termine’, un concetto indefinito che è influenzato dalle dimensioni di qualsiasi shock sui prezzi.

La zona euro ha mancato tale obiettivo negli ultimi quattro anni e mezzo e non vedrà l’inflazione tornare verso il 2% prima del 2020, secondo le ultime stime interne della Bce diffuse la scorsa settimana.