I modelli frattali sono schemi di previsione ciclica, basata sulla reiterazione dei prezzi nel tempo in modo ripetitivo.
Pensiamo, in tal senso, alle onde di Elliott.
E’ stato però possibile superare tale visione statica, a favore di una proiezione di prezzi passati nel futuro, quindi prezzi diversi, scegliendo determinati cicli.
Di qui il cosiddetto dna ciclico, che proietta determinati cicli del passato, in base ad un coefficiente statistico di correlazione tra cicli di pari durata.
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Provando ad applicare tale tecnica al Dow Jones, con l’ausilio di un foglio excel, ho ottenuto una significativa correlazione tra due cicli di prezzo, il primo tra giugno 2012 e febbraio 2014, il secondo tra ottobre2014 e febbraio 2017, in particolare una correlazione pari a oltre l’80 per cento, un valore particolarmente elevato.
Questo però non significa, necessariamente, che rispetto al ciclo in corso si reiteri analogo, elevato valore.
Provando, quindi, a proiettare tali cicli in quello di circa 416 giorni iniziato verso il 20 maggio, otteniamo una visione di sostanziale lateralità almeno fino al termine di luglio.
Ovviamente si tratta solo di una proiezione, e l’analisi tecnica evidenzia come l’indice si stia aggrappando ad una trend line originatasi lo scorso novembre.
Allora, che dire?
Dal punto di vista ciclico si potrebbe interpretare la situazione come inserita nel quarto sottociclo di un ciclo di 416 sedute, in forma anomala, rispetto alla normale evoluzione ciclica.
Siamo quindi di fronte ad un bivio.
La rottura della trend line decreterà la fine del ciclo, con imprimatur ribassista, mentre una tenuta comporterà la formazione di un’ulteriore fase della lingua di Bayer in essere quanto meno dallo scorso marzo.
Entro fine lugio dovremmo avere la risposta.