Che cos’è il p/e di Shiller?
Il tradizionale parametro p/e esprime il rapporto tra quotazioni di un titolo o di un indice e utile per azione del singolo titolo o utile medio delle società rappresentate nel paniere dell’indice.
Nel caso del p/e di Shiller l’utile è rappresentato non dai risultati relativi all’ultimo bilancio, ma dalla media degli utili a 10 anni.
Quali i vantaggi e gli svantaggi di un tale indicatore?
L’intento del suo ideatore era quello di evitare che gli utili relativi ad un singolo bilancio economico potessero rappresentare solo un particolare momento, non rappresentativo di una più ampia fase del ciclo economico.
Di qui l’idea di usare una media a 10 anni.
Se questo consente, in effetti, di avere una visione più ampia, d’altra parte non bisogna dimenticare che nel tempo si sono susseguite varie prassi e metodologie, per quantificare gli utili di bilancio.
Il rischio, pertanto, è quello di usare nella stessa media dati non del tutto omogenei.
D’altra parte, l’indicatore può comunque svolgere ancora una sua funzione di indicatore di situazioni di sopra e sotto valutazione degli indici azionari.
Quali indicazioni trarre da tale indicatore?
Attualmente sullo S&P500 l’indicatore quora 30, livello raggiunto in corrispondenza dei massimi, da cui si originò il crac del ’29.
Sin dagli ultimi decenni del 1800 l’indicatore non ha mai raggiunto tale soglia, tranne appunto nel ’29 e tranne il superamento in occasione della bolla dei titoli tecnologici del 2000.
Siamo quindi sicuramente in un’area di sopravalutazione dell’indice, in base a questo parametro di analisi fondamentale.
Gian Piero Turletti è Autore degli Ebooks: Magic Box e PLT Edizioni Proiezionidiborsa