Per ulteriori informazioni su Top or Bottom
Top or bottom non consente solo di individuare anticipatamente la più probabile mappa dei futuri corsi azionari, ma anche di comprendere quando le probabilità d’investimento sono dalla tua parte, portando praticamente quasi al 100% la probabilità delle previsioni.
Per capire tale principio, consideriamo un fenomeno tipico degli indici azionari:
la correlazione rispetto agli indici azionari statunitensi.
Per la maggior parte del tempo, anche le altre principali borse mondiali seguiranno l’andamento degli indici USA (in particolare Dow Jones e Nasdaq), mentre talora possono invece fare eccezioni periodi di parziale decorrelazione.
Uno di questi si è verificato da Ottobre dello scorso anno sino a Febbraio 2.009.
Mentre, infatti, Nasdaq e Dow Jones continuavano la loro ascesa sino ad un massimo di medio termine, realizzato a gennaio di quest’anno, l’indice FTSE MIB, ad esempio, raggiungeva il massimo del 2.009 in ottobre, per poi dar luogo ad una fase neutro-ribassista, protrattasi sino a febbraio di quest’anno.
Era possibile individuare, in tutto l’arco di tempo compreso da Marzo 2.009 sino a Febbraio 2.010 i punti di effettiva ripresa del trend rialzista, senza commettere errori?
Ebbene si, sulla base di un semplicissimo segnale.
Era sufficiente considerare il segnale forte, costituito dalla formazione di un time frame uno su base mensile (secondo i dettagli canonici di Top or bottom), sui principali indici USA, ed ecco la riprova.
In tutto il periodo Marzo 2.009-Febbraio 2.010, tale setup si individua solo tre volte:
• a Marzo 2.009
• a Luglio 2.009
• a Febbraio 2.010.
Vediamo, quindi, cosa si è verificato in tali circostanze.
A Marzo 2.009 si riscontra il setup sia sugli indici USA, sia, ad esempio, sull’FTSE MIB, e di qui riparte un forte trend al rialzo.
Situazione analoga si riscontra a Luglio 2.009, e nuovamente il trend riparte allegramente al rialzo.
Da Ottobre 2.009, sull’FTSE MIB, e da Gennaio 2.010 su Nasdaq e Dow Jones, abbiamo assistito ad una correzione laterale-ribassista, che ha posto molti dubbi interpretativi adli analisti.
Ebbene attenzione:
a nostro avviso tali dubbi sono stati risolti proprio a febbraio 2.010.
Vediamo cosa è successo:
mentre l’FTSE MIB realizzava una configurazione riaccumulativa, in forma di minimo multiplo, peraltro proprio in corrispondenza di un cluster-setup individuato tramite un’altra importante metodica di Proiezionidiborsa, TIME FACTOR, invece cosa succedeva su Nasdaq e Dow Jones?
Su tali indici assistevamo alla formulazione della più tipica configurazione d’inversione rialzista su base mensile.
A questo punto, il nostro convincimento era che tali indici anticipassero, con questo setup, la ripresa di un netto movimento direzionale rialzista, che avrebbe contrassegnato anche una ripresa di una più stretta correlazione con altre borse.
E così è stato.
Il movimento segnato a marzo vede, infatti, anche l’FTSE MIB superare il principale massimo di febbraio, segnando quindi una ripresa del trend primario al rialzo.
Una riprova, quindi, che la segnalazione del più classico setup d’inversione rialzista, indicato da Topo or bottom, su Dow Jones e Nasdaq, ha una valenza quasi pari a quella di una sfera di cristallo.
Il tutto poteva agevolmente essere sfruttato anche sull’ FTSE MIB,
sul quale, grazie a quanto dianzi indicato, si poteva assumere posizione long, ad esempio, all’apertura di marzo, quando l’indice segnava una quotazione poco sopra ai minimi di febbraio.