Il mesto futuro dell’Italia fra scenari politici e finanziari

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Gian Piero Turletti è Autore degli Ebooks: Magic Box PLT Edizioni Proiezionidiborsa

Da qualche tempo stiamo assistendo, in Italia, a novità provenienti dal campo politico/finanziario, che potrebbero impattare sulla stabilità dell’esecutivo e sulle future prospettive, anche in termini di investimento.

E’ ormai noto che, almeno in una prima fase, i mercati azionari avevano risposto positivamente al governo Renzi, valutando con favore il riformismo, di cui l’esecutivo si era poi dimostrato capace in diversi settori, dalla riforma della pubblica amministrazione, al jobs act.

Naturalmente l’operato del governo, oggetto di gradimento da parte sia del comparto azionario, che obbligazionario, era stato invece oggetto di critiche in sede politica, come sempre succede, non essendo tutte le componenti politiche concordi con il programma impostato.

Tali critiche hanno continuato non solo da parte dell’opposizione, circostanza più che naturale, nella normale dialettica politica, ma anche da parte della minoranza interna allo stesso partito del presidente del consiglio.

Questo si spiega considerando l’origine stessa del PD, come tentativo di unire esperienze politiche e culturali provenienti da storie anche molto diverse, principalmente gli ex comunisti e gli ex democristiani.

Ma spesso, quando si tentano di unire storie troppo diverse, una parte consistente di un partito resta critica.

Nel caso del PD cosa è successo?

Praticamente, con l’elezione di Renzi alla segreteria, il partito ha assunto un’impostazione programmatica riconducibile, più che alla tradizione socialista o democristiana, ad un liberalismo di sinistra, quale poteva essere rappresentato, ad esempio, da un Tony Blair in Inghilterra.

Di qui una netta dialettica soprattutto con l’area sinistra del PD, riconducibile ai vari Speranza, Bersani, D’Alema, Rossi, Cuperlo.

Ma in pratica, quali sono i provvedimenti avversati dall’attuale minoranza interna, e quale impatto sulle prospettive economico/finanziarie?

Il quesito è di stretta attualità, dal momento che l’attuale esecutivo deve comunque formulare una manovra di correzione dei conti pubblici, come richiesto dall’UE.

I cosiddetti renziani hanno già detto di essere contrari a misure recessive, quale potrebbe essere un innalzamento delle accise sui carburanti.

Da parte loro la cosiddetta sinistra PD imputa ad una eccessiva riduzione della pressione fiscale, riconducibile ad esempio all’esenzione fiscale in ambito immobiliare, le attuali difficoltà finanziarie, oltre a formulare un ripensamento critico sulle ipotesi di privatizzazione, avanzate da Padoan.

Come stanno effettivamente le cose?

Se consideriamo la situazione, numeri alla mano, non possiamo non notare che oggi molti italiani sono proprietari di immobili, ed anche reintroducendo un’imposizione sulla prima casa solo nei confronti dei soggetti economici più benestanti, non si reperirebbero risorse sufficienti a correggere i conti pubblici nella misura richiesta.

Quanto alle privatizzazioni, non sono positive o negative in se stesse.

Molto dipende da caso a caso, e soprattutto da come sono fatte.

D’altra parte, pensare a misure recessive, quale un aggravio dei costi di trasporto, non aiuta certo una fase di ripresa economica.

In mezzo a questi dubbi ed a queste riflessioni in primis il ministro Padoan che, con i suoi tecnici ministeriali, ha la prima responsabilità della manovra correttiva.

Come dicevo, la questione diviene più complicata nell’attuale situazione politica, perché la prospettiva, ormai quasi certezza, di una scissione del maggior partito di maggioranza, rischia di far venir meno la fiducia al governo, anche solo in base a provvedimenti non graditi a questa o quella componente.

Vedremo quali strategie il governo sarà in grado di formulare.

Nel frattempo, certo la situazione di incertezza politica non aiuta le prospettive finanziarie, e non è un caso che Piazza Affari sia ormai da tempo in un trend negativo, come peraltro certificato anche dal fallito tentativo, a gennaio, di superare talune resistenze di lungo, individuate con il metodo PLT.