A cura della Dott.ssa Giovanna Maria Cristina Sambataro
La seconda Repubblica Italiana ha portato ad una crisi irreversibile su ogni fronte.
Possiamo dare la colpa soltanto allo Stato che si è mostrato assente, o peggio ancora a favore dei burocrati?
Il problema è sempre lo stesso: TUTTI si lamentano, ma alla fine accettano un sistema che non va.
Una situazione ormai marcia presente da anni sul territorio nazionale e, tristemente, continua a manifestarsi.
L’inciviltà umana cresce e il paese continua a rimanere indietro rispetto all’intera Europa per non parlare degli Stati Uniti. Ci divide un vero e proprio oceano.
L’Italia, un paese che potrebbe fare molto di più e molto meglio, si ritrova a vivere in un mare di sordità, di cecità, di scarsa reattività e di analfabetismo. Questa condizione dà spazio ai burocrati e allo Stato di perseguire i propri interessi senza curarsi dei cittadini.
Perché i cittadini non forniscono un contributo duttile e versatile, affinché si possa evolvere tale situazione?
La storia insegna che ogni fase ha un proprio andamento.
L’intero paese soffre di una condizione di provincialismo presente da anni.
È necessario un cambiamento, non solo di volti nuovi al Governo, ma anche di nuove proposte, di giovani che investono, che credono ancora in uno sviluppo economico italiano e non di fuga di cervelli.
Come trapela dai testi di A. Hirschman, l’abilità per far ciò risiede nella capacità di intuirne in anticipo la potenzialità di ciascuno per agire nel bene proprio e della collettività.
Italiani dove siete?
L’interesse pubblico appartiene al popolo ed è una cosa seria. Non dimenticatelo e già dalle piccole cose, dalla quotidianità si può iniziare una prima fase di cambiamento. Iniziando a cambiare il proprio modo di agire, non più volto ai propri interessi, bensì al bene dell’Italia e delle future generazioni.