A cura della Dott.ssa Giovanna Maria Cristina Sambataro
Nonostante gli avvisi di garanzia emessi negli ultimi anni, la corruzione in Italia continua a rappresentare un forte limite per lo sviluppo economico italiano.
Oggi l’Italia occupa il 61° posto su 168 Paesi nel mondo, secondo un dato pubblicato da Transparency International. Questo dato non dovrebbe creare stupore al cittadino. Ogni giorno ascoltando i notiziari televisivi, si ha sempre più contezza della sofferenza che vertono i nostri comuni, i quali, dopo l’applicazione di una serie di normative fiscali, continuano ad annegare in un disavanzo da capogiro. Le stesse normative fiscali che gravano pesantemente sulle tasche degli italiani, non sono riuscite a risanare la situazione economica in cui vivono le nostre regioni. Tale informazione trapela dagli ultimi bilanci pubblicati da ciascuna regione.
Qual è la causa principale?
La corruzione è diventato un fautore portante, poiché ormai vive comodamente seduta in poltrona, che sia quella del governo, di un semplice comune, di una regione o di un ufficio pubblico. Insomma un sistema che blocca l’efficiente del servizio pubblico, dove l’unico a soffrirne è il cittadino.
Quale ricetta si può attuare per sconfiggerla?
Il cittadino dovrebbe iniziare a far sentire la sua voce forte e chiara in presenza di una realtà corrotta.
E i nostri politici?
Non si può fare di un’erba un fascio, ma riusciranno quella nicchia di politici “puliti” ad eliminare un problema che sta affondando l’Italia?
Cosa ne pensate?