A cura della Dott.ssa Giovanna Maria Cristina Sambataro
Nella giornata odierna assistiamo ad un trend prettamente rialzista, dove l’indice FTSE Mib segna un + 2% trainato dal rimbalzo di Unicredit. In aggiunta, le nostre banche italiane performano meglio del nostro indice europeo.
Ma quanto durerà?
Nonostante i bilanci non siano i migliori, giornalmente assistiamo a continue perdite e rimbalzi, ma a cosa andiamo incontro? Quando si stabilizzerà tale situazione?
Sarà l’attesa del rialzo del tasso interesse americano a far muovere in positivo i nostri titoli bancari?
Il nostro sistema italiano mostra una crepa diffusa come epidemia da una banca all’altra. Dal 1° gennaio 2016 gli istituti di credito per ripianare la loro situazione di criticità possono realizzare prelievi forzosi ai depositi superiori ai 100.000 euro. In sostanza, se la banca dovesse trovarsi in una situazione di default, verrebbero pagati solo gli obbligazionisti, e i clienti saranno eguagliati agli azionisti.
E la LIQUIDITÁ? Perché nessuno ne parla? Le nostre banche sono in grado di coprire tutte le somme di denaro versate dai nostri correntisti?
Ci sono ben 16 banche sotto commissariamento dalla Banca d’Italia. Certamente ciò mostra una situazione non positiva.
Allora casa fare? Iniziamo nuovamente a mettere i soldi sotto il materasso come i nostri nonni?
Per non cadere in errore, è necessario valutare quale sia la giusta banca dove depositare i propri risparmi utilizzando due parametri utili a verificare la solidità di una banca:
- Controllo del Patrimonio di Vigilanza, che aiuta a capire se una banca può affrontare investimenti ponderati per il rischio superiore a 10 volte il suo capitale;
- Rating, che è un giudizio espresso dalle società specializzate, quali per es. Standard and Poor’s, dove attesta che la banca è in grado di ripagare il proprio debito).
Pertanto, cari risparmiatori informiamoci e valutiamo attentamente dove depositare il nostro denaro. Non continuiamo a dare agio alle banche poco responsabili della loro condotta.