A cura della Dott.ssa Giovanna Maria Cristina Sambataro
Secondo i dati diffusi dal rapporto sulle sofferenze bancarie predisposto dalla Banca d’Italia, nel mese di giugno tali sofferenze sono arrivate a 197 miliardi, in calo rispetto al mese precedente, ma su base annuale risultano sempre in aumento.
Da cosa dipendono queste sofferenze bancarie?
Sicuramente il peso maggiore non è rappresentato dalle famiglie di operai o di impiegati che non riescono a pagare il mutuo o dalle piccole e medie imprese, bensì dai GRANDI PRESTITI.
Oramai da mesi assistiamo al rincorrersi di notizie e smentite, di soluzioni paventate e vere e proprie illusioni.
Alcuni Titoli bancari italiani da inizio anno perdono ben oltre il 70%!
Dopo il referendum britannico, la SPECULAZIONE è tornata ad essere protagonista. Difatti assistiamo a continui rimbalzi a volte seguiti da repentini ribassi dei titoli (vd Unicredit, Monte paschi di Siena, etc).
Ma alla fine tutto (decisioni, soluzioni,etc.) continua ad apparire come soluzione solo temporanea e sembra che siamo sempre alle solite:
lo Stato italiano è sempre propenso a coprire i debiti senza chiedersi mai chi realmente li ha provocati.
Tale situazione non fa altro che creare sfiducia nei piccoli risparmiatori, i quali non solo hanno perso la fiducia nella propria banca, ma hanno anche smesso di investire il loro denaro.
Così, alla fine, troviamo le lobbies che continuano a fare debiti e i poveri, che dopo un dissesto finanziario, si ritrovano a pagare debiti che non gli spettano, secondo il principio di estinguere i debiti equamente.
Pertanto, chi realmente pagherà questi debiti?
Lo Stato Italiano, la BCE o al solito il piccolo risparmiatore tradito dalla propria banca?
Ci auguriamo una soluzione equa!
Nello stato attuale, l’opportunità da cogliere per ottenere profitti è continuare a seguire l’onda giornaliera dei titoli bancari, in attesa che vengano emanate le giuste direttive e risolte le relative problematiche.
Va rimarcato infatti, che il trend di medio lungo termine di questi titoli è ancora ribassista.