Il Dott.Gian Piero Turletti è Autore di Magic Box, Plt e Metodo RCM
Diversi sono i metodi utilizzati in econometria, per stimare il corretto prezzo (o fair value) di indici e titoli azionari.
Va subito detto che, però, l’analisi econometrica applicata al mondo aziendale, non è nata per operare in borsa, ma per cercare di capire quale fosse il giusto prezzo per una trattativa di compravendita esterna alla borsa stessa, proprio perché, in tal caso, per aziende non quotate, non era possibile far riferimento a prezzi trattati sui mercati.
Di qui questa branca dell’analisi fondamentale ha avuto successivi sviluppi, sino ad estendersi ad analisi di borsa.
In tal senso si cerca di comprendere se un titolo o indice sia sovra o sottoquotato, con analisi che, quindi, cercano di individuare appunto il corretto valore dei medesimo, per confrontarlo con i prezzi di borsa.
Tuttavia, va anche detto che spesso non è sufficiente che un titolo sia sovraquotato, perché poi segua un trend al ribasso, e simmetricamente non è sufficiente che un titolo o indice sia sottoquotato, perché poi segua un trend al rialzo.
Questo non implica, però, che necessariamente chi segue l’analisi ecometrica sia indenne da rischi.
Infatti, questo tipo di analisi valorizza elementi di bilancio di un titolo (o relativi dati medi per un indice) che ovviamente sono quelli conosciuti (o stimati) nel momento in cui si effettua un’analisi.
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Questo non evita necessariamente, quindi, che tali elementi possano mutare nel tempo, comportando quindi un relativo incremento o decremento del fair value.
Quanto ai diversi metodi, esistono quattro principali tipologie, patrimoniale, reddituale, finanziaria (discount cash flow), nonché metodo dei multipli.
In questo report di aggiornamento, ci domandiamo se i principali mercati azionari siano appunto sovra o sotto quotati in relazione al loro fair value.
Per stimare quest’ultimo usiamo un metodo, usato in via ufficiosa dalla Fed, e che si basa sul confronto tra rendimento dell’indice, espresso come contrario del ratio prezzo/utile, quindi utile/prezzo, e rendimento dei titoli di stato decennali del paese interessato, dato dal rapporto tra cedola e prezzo di mercato.
I mercati azionari e dei titoli di stato, secondo gli assunti del metodo stesso, sono in equilibrio quando il rendimento è uguale.
Viceversa abbiamo situazioni di sovra o sottovalutazione di uno dei due comparti quando i rendimenti sono disallineati, in percentuale pari al rapporto tra i due rendimenti.
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Se, ad esempio, un indice rende il 5 ed il relativo rendimento dei titoli di stato decennali rende il 10, avremo che l’indice è sottostimato del 50 per cento, o, se si preferisce, che il comparto obbligazionario è sovrastimato del 100 per cento.
Questo non implica necessariamente che l’indice azionario salirà, potrebbe anche succedere che scendano i titoli di stato, sino a riequilibrare i rendimenti.
Comunque di seguito ecco la situazione su alcuni principali indici.
Prima viene indicato il rendimento dei titoli di stato, ed a seguire quello dell’indice.
Se ne desume la permanenza di una generale sottovalutazione del comparto azionario sui principali listini.
Ftse mib: rend. obbl. 1,238 e/p3,7
Dax: -0,176 e/p 5,63
Ftse 100: 0,76 e/p 2,69
S & P 500: 1,37 e/p 4,93.