Borse internazionali: bear trap e conferma degli scenari rialzisti.

Portofino

Gli scenari internazionali sui principali mercati azionari paiono contrassegnati da una conferma delle nostre precedenti proiezioni.
Avevamo infatti individuato, come elementi tecnici di particolare rilievo, in precedenti articoli, i seguenti:
1) il setup settimanale che iniziava il 4 aprile, quale elemento che, in particolare secondo il metodo Top or bottom, appariva discriminante per una conferma del trend rialzista per il mese di aprile;
2) il setup mensile di aprile quale discriminante in ottica di medio e lungo termine.

La settimana del 4 aprile confermava, quale setup omissis di Top or bottom, effettivamente, lo scenario rialzista di medio e lungo, da noi prospettato.
Invece, la settimana successiva in apparenza sembrava rompere, sui principali mercati azionari occidentali, l’equilibrio rialzista, a favore dei ribassisti, supportati da un downgrade del rating sui titoli del debito pubblico statunitense.
Una conferma ribassista di tale setup settimanale avrebbe, in effetti, proiettato un possibile ribaltamento del trend in corso, almeno in ottica di medio, anche se, vista la posizione ciclica settimanale nel contesto dinamico di Top or bottom, un segnale ribassista avrebbe solo consigliato di chiudere le posizioni rialziste in essere e, come da noi sottolineato, l’appuntamento per una vera conferma di inversione del trend in corso sarebbe solo stato rimandato ai futuri setup settimanali ed alla chiusura di aprile.

Ma vediamo, nello specifico cos’è successo.

A tutti gli effetti, la settimana dell’undici aprile ha configurato solo una classica bear trap, cioè una settimana di apparente inversione del trend, che poteva cogliere molti di sorpresa, inducendoli all’apertura di posizioni short.
Invece, utilizzando specifici filtri, la settimana appariva solo una temporanea correzione del trend rialzista, tale, eventualmente, da indurre taluni a chiudere, prudenzialmente, le posizioni, ma non tale da decretare l’incipit di un trend ribassista di una certa consistenza.

Ed infatti:
sul Dow Jones, la chiusura settimanale non riusciva neppure a portarsi al di sotto di uno specifico filtro di prezzo, componente del sistema Top or bottom, mentre su FTSE MIB e FIB, si verificava la rottura ribassista di tale filtro, ma non quella di un secondo ed altrettanto importante filtro, costituito dal posizionamento dei valori della chiusura settimanale al di sotto dei minimi del precedente setup settimanale.
Tale configurazione, unitamente al permanere di una impostazione rialzista su diversi indicatori algoritmici, settati proprio sul time frame settimanale, confermava la natura puramente correttiva della settimana iniziata l’11 aprile, e demandava agli ulteriori setup una conferma di tale analisi.

E’ quanto si è puntualmente verificato.
Abbiamo infatti assistito, sul FTSE MIB e FIB, per l’Italia, e sul Dow Jones per gli USA, ad una chiara impostazione rialzista del successivo time frame settimanale, che ha assunto i connotati di una autocorrezione del frattale con una evidente rigenerazione rialzista, quale barra settimanale omissis, secondo un classico pattern di prezzo del metodo Top or bottom.
Il rilancio rialzista veniva peraltro rafforzato, a livello grafico, da segnali di un certo rilievo anche in ottica di medio/lungo:
per gli indici italiani, il minimo della settimana del 18 aprile coincideva con il passaggio del bordo inferiore di un canale rialzista di medio/lungo, che ha rilanciato le quotazioni, così da consentire ai corsi azionari di definire, dal 21 febbraio, una evidente configurazione di testa e spalle rialzista, e proprio nella giornata di ieri è stata raggiunta la neck-line.
Una confermata rottura rialzista di questo livello resistenziale proietterebbe le quotazioni del nostro FTSE MIB verso obiettivi di prezzo ricompresi tra 24200 e 25500nel medio.

Di particolare rilievo anche l’impostazione grafica del Dow Jones, il quale ha rotto, in queste ultime sedute, una configurazione di cosiddetto testa e spalle rialzista ad incastro, cioè un testa e spalle di minori dimensioni, che a sua volta costituisce parte di un testa e spalle di dimensioni ben maggiori, peraltro con riferimento ad un ulteriore elemento di assoluto rilievo, per il lungo termine.
Ma procediamo con ordine.

Come taluni utenti del blog ricorderanno, avevamo individuato, nell’ambito del canale di lunghissimo termine, che inquadra i corsi del Dow Jones, due rette di resistenza, una più interna ed una più esterna, ed avevamo indicato nella rottura di quella più interna un segnale di particolare valenza, in ottica di proiezione rialzista di lungo.

E’ proprio quanto avevamo anticipato, e quanto si sta verificando in queste ultime sedute.
Ma non solo:
occorre infatti rilevare che tale retta di resistenza, più interna, coincide con il bordo di un duplice testa e spalle rialzista.

La retta di resistenza più interna ha infatti costituito elemento resistenziale, che molte volte, come da noi anche in precedenti articoli evidenziato, ha intercettato rilevanti top di medio, ed a partire da giugno 2008 ha rappresentato la neck-line di un ampio testa e spalle rialzista, di cui individuiamo la spalla sinistra tra giugno e luglio 2008, l’apice inferiore della testa (indovinate un po’ dove?..e capirete subito la rilevanza di questo testa e spalle…) ebbene in corrispondenza del minimo di marzo 2009, mentre la spalla destra non è nient’altro che la configurazione di testa e spalle rialzista, a sua volta formatosi tra febbraio ed aprile di quest’anno.

Le implicazioni sono di non poco conto.
Intanto, questo significa che da giugno 2008 tutto quello che si è verificato sul Dow Jones, cioè prima il ribasso, e poi il successivo rialzo, non rappresenta che un imponente testa e spalle, che racchiude i vari movimenti, ma la configurazione ad incastro rappresenta anche la possibilità di una duplice proiezione di prezzo.
Una prima proiezione di prezzo individua l’area 13300/13700, conseguente alla rottura della neck-line del testa e spalle formatosi a partire da febbraio.
Ma la proiezione più rilevante, in ottica quindi di lungo, è quella conseguente alla rottura del testa e spalle formatosi sin dal 2008.
Questa seconda proiezione riconduce da un’area-obiettivo davvero ambiziosa, ricompresa tra 20500 e 17800.
Occorre osservare che le proiezioni non sempre sono confermate dal futuro andamento dei corsi, e vanno quindi monitorate attentamente, step by step.

Sul Dow Jones, rileviamo inoltre, considerando graficamente i time frame mensile e trimestrale, che gli ultimi rialzi dell’indice stanno proprio riconducendo i corsi azionari al di sopra della retta di resistenza più interna del canale di lunghissimo termine, e coincidente con la duplice neck-line dianzi individuata, ma il time frame mensile e quello trimestrale vedono i relativi minimi ancora al di sotto di tale livello resistenziale e, quindi, rinviando un completo superamento del medesimo ai successivi time frame, proiettano un trend rialzista certo in fase avanzata, ma tutt’altro che in prossimità della sua fase finale, anche in considerazione di tutta una serie di analisi statistiche, proprio basate sulla rilevanza della duplice resistenza dinamica del canale di lunghissimo termine, che abbiamo già considerato in un precedente articolo, al quale rinviamo.

Ritornando al FTSE MIB, ulteriori segnali rialzisti, in ottica di lungo, sono ancora una volta desumibili dal time frame trimestrale.
Su quest’ultimo, graficamente si evidenza come il primo trimestre ed il secondo, incipiente trimestre, del 2011, abbiano superato al rialzo una retta resistenziale di lungo, intersecante i massimi del secondo, terzo e quarto trimestre del 2007, e come il minimo del trimestre appena trascorso e l’attuale minimo del trimestre in corso coincidano con il passaggio del supporto dinamico di lungo, intersecante anche i minimi del primo trimestre 2009 e del quarto trimestre 2010.

Scendendo al time frame mensile, avevamo indicato, come richiamato da altri nostri articoli, peraltro proprio la rilevanza del mese in corso per le sorti del trend di medio e lungo.
Anche a prescindere dalla precedenti considerazioni, possiamo quindi notare una evidente impostazione rialzista sul medesimo.
In tal senso, ha ovviamente contribuito la settimana in corso, sul FTSE MIB e sul Dow Jones.
Si sta infatti chiudendo una settimana rialzista su entrambi i versanti dell’Atlantico, con un Dow che ha peraltro rotto anche i precedenti massimi settimanali, e supportato dalle principali indicazioni algoritmiche settate sul settimanale.
Analoghe considerazioni valgono per gli indici italiani.
Sempre con riferimento al time frame settimanale, dobbiamo anche rilevare che la prossima settimana sarà di setup, ma questo non significa, necessariamente, una correzione, e quindi andrà attentamente monitorata la configurazione della medesima, anche con l’ausilio di opportuni filtri, come abbiamo precedentemente indicato, per evitare falsi segnali.

La proiezione più rilevante, infatti, come abbiamo sottolineato, riconduce al time frame mensile, che conferma un trend di lungo al rialzo, mentre, in ottica di medio, fa ritenere probabile la prosecuzione del rialzo, prima di una possibile correzione di un certo rilievo, almeno sino a maggio per il Dow, ed almeno sino a giugno per il FTSE MIB.
Ulteriore conferma a tale scenario l’impostazione dei principali indicatori algoritmici, settati sul medio/lungo.

Concludendo, rileviamo un’ultima conferma rialzista dalla posizione degli indici rispetto al classico ciclo primaverile, che individua un minimo, solitamente, a metà marzo.
Quando i corsi rispettano tale proiezione, solitamente la dinamica permane rialzista almeno per diversi mesi, o almeno tendenzialmente più rialzista, rispetto ad anni, in cui in prossimità della metà di marzo individuiamo un top.
E quest’anno i corsi azionari paiono corrispondere al ciclo statisticamente predominate in primavera, con il FTSE MIB ed il Dow Jones che hanno segnato entrambi un bottom di medio il 16 marzo.

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