In un clima di mercati sostanzialmente calmi, i dati macroeconomici usciti questa notte in Asia hanno delinato una situazione di debolezza per i fondamentali. Nonostante il Giappone mostri un miglioramento del tasso di disoccupazione, il dato PMI manifatturiero Nikkei rimane solo leggermente inferiore rispetto alle stime. Stessa storia in Cina dove i principali indicatori manifatturieri e non manifatturieri hanno fatto registrare una flessione più marcata, ma senza creare troppi scossoni a livello finanziario.
Le borse asiatiche hanno infatti mostrato una certa fiducia con Shanghai che chiude a +1.68%, Hong Kong a +1.55%, mentre rimane indietro Tokyo che si ferma a +0.37%.
L’Europa, tuttavia, non è da meno in termine di debolezza dei fondamentali. Tutti gli indicatori sul comparto industriale sono usciti inferiori rispetto ai dati precedenti, ma con una certa resilienza rispetto alle stime degli analisti. Di conseguenza anche le principali piazze azionarie del Vecchio Continente rimangono contrastate, ma attualmente sopra la parità. L’attenzione è comunque tutta concentrata sui prossimi dati sull’occupazione in uscita questa mattina e sul comparto manifatturiero negli Stati Uniti.
Sul fronte Banche Centrali, la Reserve Bank of Australia ha lasciato invariati i tassi d’interesse al 2.00% indicando una buona tenuta dell’economia di Canberra, mentre sul fronte europeo si fanno più incerte le prospettive per la BCE di Mario Draghi dopo che la rilevazione sull’inflazione ha fatto registrare un deterioramento delle condizioni della dinamica dei prezzi con conseguente aumento delle pressioni sul prossimo board che avrà luogo il 10 Marzo perché dia risposte concrete e adeguate a spingere il ritorno dei prezzi verso il livello statutario.
Market Movers
02:00 Cina PMI Manifatturiero Caixin cons. 48.3 prec. 48.4
03:00 Giappone PMI Manifatturiero Nikkei cons. 50.2 prec. 50.2
04:30 Australia Riunione politica monetaria RBA cons. 2.00% prec. 2.00%
09:55 Germania Disoccupazione cons. 6.2% prec. 6.2%
10:00 Italia Disoccupazione cons. 11.4% prec. 11.4%
10:00 Eurozona PMI Manifatturiero Markit cons. 51.0 prec. 52.3
11:00 Eurozona Disoccupazione cons. 10.4% prec. 10.4%
11:00 Italia PIL 2015 cons. 0.8% prec. -0.4%
14:30 Canada PIL t/t cons. -0.1% prec. 0.6%
16:00 Stati Uniti PMI Manifatturiero ISM cons. 48.5 prec. 48.2
EURUSD
La moneta unica prosegue nel suo percorso laterale in area 1.0870 dopo la ripida discesa di ieri che segue a ruota a quella intrapresa la settimana scorsa. Pesano sull’outlook dell’euro i fondamentali macroeconomici particolarmente deboli in Europa che stanno preoccupando la BCE che sarà chiamata a dare una risposta il prossimo 10 Marzo al deterioramento non solo delle prospettive di crescita del Vecchio Continente, ma anche sul delicatissimo tema inflazione. Il mercato si sposta quindi verso il basso prevedendo un aumento dell’accomodamento monetario che contrasta a questo punto con l’outlook statunitense che invece sembra migliorare.
GBPUSD
La sterlina inglese prova il recupero dopo che, come anticipato ieri, il cable ha consolidato l’area di 1.39. L’apertura dei mercati europei ha segnato un rimbalzo verso quota 1.3960 riportando verso l’alto le prospettive per la moneta di Sua Maestà che giova anche da un “cessate il fuoco” tecnico tra le fazioni in campo sul tema “brexit”. Tuttavia, il movimento sembra legato principalmente ad una correzione dal territorio di ipervenduto e, in assenza di conferme tecniche, potrebbe non rappresentare una vera e propria inversione di tendenza.
USDJPY
Yen in frenata passa nella notte da 112.10 fino a quota 113.20 dove scambia in apertura dei mercati europei. Complici il rimbalzo delle borse asiatiche, tutte positive le principali, e dell’indice di riferimento giapponese che chiude a +0.37%, quanto basta per ridare spinta a USDJPY che torna ad indicare una certa propensione al rischio nonostante i dati cinesi deludenti. Attesa per i dati statunitensi del pomeriggio sul comparto manifatturiero in un clima di tendenza laterale per lo yen che potrebbe consolidare l’area attuale in attesa di una vera stabilizzazione dei mercati.