REPORT DI AGGIORNAMENTO SUI MERCATI AZIONARI
A cura di Gian Piero Turletti
Autore di Magic box
IN QUESTO REPORT:
• COME CAPIRE A COLPO D’OCCHIO COSA PENSANO I MERCATI DELLA SITUAZIONE ECONOMICA DI UN PAESE?
• ANALISI DELLO STATO DEI MERCATI AZIONARI CON L’ANALISI TECNICA TRADIZIONALE E CON TECNICHE PROPRIETARIE DI PROIEZIONI DI BORSA
• I LIVELLI DA MONITORARE PER IL LUNGO TERMINE.
COME CAPIRE A COLPO D’OCCHIO COSA PENSANO I MERCATI DELLA SITUAZIONE ECONOMICA DI UN PAESE?
Soprattutto in questi ultimi tempi, a fronte del calo veloce e tempestoso dei mercati azionari, si sono posti molteplici interrogativi sulla situazione economica dei vari paesi, anche perché, solitamente, i mercati azionari anticipano movimenti e dinamiche dell’economia reale.
Di qui soprattutto il dubbio se non anticipassero qualche svolta in senso negativo dell’economia reale, nonostante le varie affermazioni in senso positivo da parte di molteplici fonti, ed alcuni dati nel senso di una ripresa economica, sia pur disomogenea tra i vari vati, soprattutto in relazione alla sua velocità ed alle sue dinamiche.
Come sempre, quando si tratta di aver a che fare con dati di natura economica, per supportare o confutare determinate tesi, si pone il problema di come gestire una moltitudine di dati e di fonti, non sempre tra loro coerenti nel delineare un quadro economico in direzione univoca.
E così i tassi possono dire una cosa, ma poi ci sono i dati sulla disoccupazione, ma le aspettative dell’industria magari sono incoerenti con il quadro desumibile da quegli altri dati..e via di questo passo…..
Come fare, quindi, per capire quale sia lo stato reale di un’economia di un paese?
A noi, che ci occupiamo di mercati finanziari, in realtà, non interessa tanto tale interrogativo, ma semmai uno leggermente diverso, che suona come segue:
cosa realmente pensano i mercati azionari dell’economia?
Questo, perché a noi interessa non tanto, sotto tale profilo, la situazione, in quanto tale, dell’economia, ma il suo impatto sui mercati, ed in particolare, in questo caso, sui mercati azionari.
Esiste, però, un indicatore macroeconomico importante, dato dalla curva dei tassi, che ci consente proprio di dare risposta a tale domanda.
Infatti, non sono importanti, come vedremo, tanto i tassi in quanto tali, ma piuttosto il rapporto reciproco tra gli stessi, in particolare tra tassi a breve, a medio ed a lungo, come indicati dai mercati obbligazionari, ed in particolare dal mercato dei titoli di stato di un paese.
Per capire tale situazione a colpo d’occhio, si usa la curva dei tassi, la quale sull’asse orizzontale riporta le diverse scadenze dei titoli, mentre sull’asse verticale indica il tasso di mercato.
Se questa curva assume pendenza positiva, significa che, com’è naturale che sia, i tassi a breve sono minori, rispetto ai tassi di scadenze più lunghe.
Come dicevo, si tratta di una situazione naturale, perché ovviamente, a parità di emittente, dare in prestito dei soldi (le obbligazioni, tra cui i titoli di stato, sono un prestito fatto all’emittente), comporta un maggior rischio, solitamente, se il prestito dura un maggior periodo di tempo, e quindi scade più in là.
Diciamo subito che una curva di questo tipo rappresenta una visione positiva, con tassi in crescita nel tempo sulle scadenze più lontane.
A volte, invece, la curva si trova orientata negativamente, il che significa che i tassi a breve rendono maggiormente rispetto alle scadenze più lunghe.
Come mai, visto che abbiamo detto che maggior durata equivale a maggior rischio?
Il motivo è importante. Se la curva assume una pendenza negativa, significa che i mercati prevedono difficoltà a breve, e quindi prevedono o rallentamento economico, o comunque maggiori difficoltà di rimborso a breve.
Infatti, questo si riflette anche sui rendimenti di mercato dei titoli di stato.
Se un paese è visto in difficoltà economiche, ovviamente si prevede che anche la base imponibile del paese possa subire ripercussioni, da cui maggior difficoltà anche nei conti pubblici e nei collegati flussi finanziari, relativi ad adempimenti di rimborso di cedole e capitale, per i titoli di stato.
Ne consegue che quando questa situazione viene prevista dai mercati, ecco che la curva dei rendimenti si appiattisce o, peggio, diviene negativa.
Possiamo anche avere curve spezzate.
In alcuni casi, la curva è sino ad una certa scadenza positiva, poi diviene negativa.
Cosa significa?
Evidentemente, in questi casi si prevede che sulle scadenze a breve non vi siano particolari problemi, ma poi che la situazione peggiori a partire dalle scadenze più lontane, dove la curva diviene negativa.
Caso tipico, in questo periodo, di una siffatta curva, quella greca, in cui il tratto sino a 6 mesi è piatto, poi diviene positivo sino a 2 anni, e poi tutta la curva inizia ad appiattirsi e diviene quindi negativa.
Significa che i mercati, al momento, non prevedono molte difficoltà sino a due anni, ma poi non hanno fiducia che, a prescindere dai prestiti fatti al paese, le cose migliorino molto, quindi non hanno fiducia nelle riforme cosiddette strutturali.
Di qui una previsione di default o comunque di difficoltà a partire dalla scadenza tra due anni.
Diverso il caso di curve in cui un primo tratto sia piatto o negativo, per poi riprendere la naturale inclinazione rialzista.
Questo significa che si prevede una fase di rallentamento o comunque di difficoltà a breve o medio, che dovrebbero essere però poi superate, vedasi in tal senso attuale curva canadese ed australiana.
Ma qual’ è il rapporto tra curva dei tassi e mercati?
Solitamente, un ribasso di lungo termine dei mercati azionari, come è facilmente intuibile, si accompagna o viene preceduto da una curva appiattita o negativa.
Nel caso, ad esempio, della curva statunitense, nel marzo 2000, la curva era negativamente inclinata, mentre nel luglio 2007 era fortemente appiattita.
Ma qual’ è l’attuale situazione?
L’attuale curva dei tassi statunitense presenta un’inclinazione positiva, che verrebbe accentuata nel caso di adozione di tassi negativi sul tratto a breve, ipotesi di cui si discute in questi ultimi tempi.
Quindi, siamo evidentemente in una situazione ben diversa, rispetto alla curva dei tassi che ha preceduto i precedenti grandi crolli.
Questo dato è particolarmente rilevante, considerando il rilievo, in termini intermarket, che ha il mercato azionario americano, rispetto agli altri mercati.
Peraltro anche le inclinazioni della quasi totalità dei mercati occidentali presenta curve inclinate positivamente, con l’eccezione, come si diceva, ad esempio, del Canada.
Ovviamente, anche questo indicatore, come tutti gli indicatori, non ha la pretesa di infallibilità, tipica di una sfera di cristallo, ma contribuisce in misura rilevante, unitamente ad altri tipi di analisi, a chiarire la situazione.
Va anche detto, comunque, che in parte un effetto distorsivo è indotto dalle politiche di quantitative easing seguite dalla Fed e dalla BCE.
In ogni caso i mercati, qualora ritenessero davvero negativa la situazione, non tarderebbero ad invertire la curva.
Sotto tale profilo, quindi, i recenti ribassi dei mercati paiono più dettati da logiche speculative, che da una vera preoccupazione per la situazione macroeconomica.
COSA DICE L’ANALISI GRAFICA?
L’analisi grafica tradizionale, condotta tramite barre su time frame mensile, evidenzia sui principali mercati azionari come i recenti minimi coincidano con il transito di rette di supporto di lungo termine, parallele a trend line resistenziali, con le quali formano canali rialzisti di lungo, che hanno intercettato i principali top e bottom nell’arco del rialzo pluriennale originatosi nel 2009.
La pronta ripresa delle quotazioni, dopo aver toccato il bordo inferiore di tale canale, è indicativo di una probabile ripresa, ed è appunto dopo tale evento grafico, che i principali mercati azionari sono tornati al rialzo.
ANALISI CON MAGIC BOX E NUOVA TECNICA PLT
Quale ulteriore tassello di questa analisi, vogliamo ricorrere ai metodi, di mia personale ideazione, Magic box, e PLT.
Magic box rappresenta soprattutto un metodo molto affidabile, per formulare proiezioni in tempo e prezzo e l’aspetto più significativo, che evidenzia l’analisi condotta con questa tecnica, su time frame settimanale, è la coincidenza con le proiezioni di minimo, in termini di tempo e prezzo, risultanti da almeno due diversi pattern di magic box su ogni mercato, con il passaggio del bordo inferiore di lungo termine, e la formazione del minimo effettivo, da cui si è originata questa fase di ripresa.
Non è certo da sottovalutare che su ogni singolo indice azionario due diversi pattern di magic box abbiano proiettato gli stessi obiettivi di tempo e prezzo, peraltro nel punto in cui coincideva il passaggio del bordo inferiore del canale rialzista di lungo.
Ma anche le indicazioni risultanti dalla nuova tecnica PLT sono tutt’altro che da sottovalutare.
Questa tecnica indica, con significativa attendibilità statistica, punti fondamentali di alert e di inversione di lungo termine che, qualora recuperati, assumono valore fortemente contrario ai segnali di inversione, del tutto analogamente ad un pattern di inversione, poi negato.
Sotto tale profilo, va appunto sottolineato come il movimento in corso abbia recuperato importanti spartiacque di lungo termine, prima che intervenisse un segnale di confermata inversione al ribasso.
In particolare: sullo S & P 500, è stata recuperata l’area, una cui rottura confermata in chiusura mensile costituirebbe segnale fortemente negativo.
Sul Dax abbiamo assistito ad analogo recupero, mentre in ritardo paiono il nostro FIB e l’EUROSTOXX.
Considerando, comunque, anche la reazione intervenuta in coincidenza dei predetti riferimenti grafici e proiettivi, probabilmente si tratta di un tipico ritardo, che potrebbe essere recuperato.
Comunque importante, in termini di intermarket analisys, notare come intanto il recupero si sia verificato su importanti indici di riferimento per tutti i mercati, e come tutti gli indici siano ancora contenuti nel canale rialzista di lungo.
I LIVELLI DA MONITORARE PER IL LUNGO TERMINE
Alla luce delle precedenti analisi, possiamo quindi indicare fondamentali riferimenti supportivi dinamici, costituiti dall’area di prezzo, sulla quale transitano questo mese i bordi inferiori dei canali di lungo, che hanno al momento nettamente contenuto le spinte ribassiste.
S & P 500: area 8100.
Dax: area 8700.
Eurostoxx: area 2670.
Future ftse mib: 15765.
CONCLUSIONI
Le precedenti analisi, condotte con tecniche diverse, hanno indicato la possibilità di una ripresa rialzista.
Come da parte mia anticipato in diverse analisi, pur essendo statisticamente inconsueto, questo mese si candidava a rappresentare un fondamentale spartiacque tra ripresa ed inversione di lungo.
I mercati sono ancora in bilico, e le prossime chiusure mensili, proprio a partire da quella del mese in corso, ci indicheranno le future dinamiche dei corsi.
Per il momento pare prevalere una logica di ripresa, anche alla luce di alcuni segnali evidenziati da PLT, nonchè in considerazione della forma assunta dalla curva dei tassi. Ora all’ipotesi di una ripresa manca, secondo talune tecniche, qualche tassello, ma questo, probabilmente, ci verrà offerto proprio dalla chiusura di febbraio.
Un cedimento in chiusura mensile dei supporti, dianzi indicati, proietterebbe invece i corsi verso gli obiettivi ribassisti di lungo termine in tempo e prezzo, già evidenziati in numerosi interventi sul sito di proiezionidiborsa.it.