Come anticipato ieri la decisione in tema di politica monetaria del FOMC (Federal Open Market Committee ndr) che ha chiuso la stagione dei tassi a zero, non ha portato particolari elementi di sorpresa. La decisione di rialzare i tassi di 25 basis point e portarli a 0.50% è stata presa all’unanimità, così come è stato votato all’unanimità lo statement rilasciato a margine che ha descritto una FED particolarmente dovish (accomodante ndr) per quanto riguarda i futuri provvedimenti. Un successo per il governatore Janet Yellen che è riuscita a conciliare le posizioni di falchi e colombe e soddisfare soprattutto il fronte dei “cauti” che fanno capo a Lael Brainard.
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Ma ciò che è più importante è stato soddisfare le esigenze dei mercati ed evitare quel temper tantrum (capricci ndr) che avrebbe potuto creare non pochi dissesti soprattutto sull’azionario con conseguenti ulteriori e notevoli turbolenze: in questo frangente storico ha giocato un ruolo fondamentale la perfezione comunicativa di Janet Yellen, particolarmente esplicita nel dettagliare le motivazioni della Federal Reserve e quali sarebbero stati gli effetti sperati.
Sul fronte europeo nulla di nuovo emerge dal bollettino mensile della BCE che sottolinea come la crescita sia ancora debole, ma su un tracciato di ripresa, mentre l’inflazione sia ancora debole, ma ritorni gradualmente verso l’obiettivo della Banca Centrale Europea sul medio periodo.
Market Movers
00:50 Giappone Bilancia Commerciale cons. -446b prec. 112b
10:00 Germania Fiducia imprese IFO cons. 109.0 prec. 109.0
10:00 Eurozona Bollettino Mensile BCE
10:30 Regno Unito Vendite al dettaglio m/m cons. 0.5% prec. -0.6%
10:30 Regno Unito Vendite al dettaglio a/a cons. 3.0% prec. 3.8%
14:30 Stati Uniti Philly FED manifatturiero cons. 1.5 prec. 1.9
20:00 Messico Riunione politica monetaria CBM cons. 3.25% prec. 3.00%
EURUSD
La giornata di contrattazioni per la moneta unica si apre in area 1.0850 dopo la discesa legata ieri alla decisione della FED di alzare i tassi che ha portato il cambio da 1.0950 fino in area 1.10, salvo poi stornare durante la notte. Anche la ripresa dei mercati europei che seguono a ruota quelli americani, nonostante i dati macroeconomici europei non brillanti di questa mattina, sembra per il momento non mettere eccessivamente sotto pressione la moneta unica che potrebbe vedere in 1.0850 un buon livello di supporto verso riferimenti più alti. La decisione della FED e conseguente azione era infatti ampiamente scontata, mentre il messaggio particolarmente accomodante potrebbe aprire la strada ad un indebolimento del biglietto verde sul breve periodo.
GBPUSD
La sterlina inglese riprende terreno a quota 1.4980 dopo il tonfo di questa notte che ha portato le quotazioni del cable da 1.5050 dove stazionava appena dopo la riunione del FOMC, fino in area 1.4930. Giovano al rapporto GBPUSD i dati macroeconomici usciti questa mattina che mettono in evidenza un fortissimo recupero del comparto retail e dei consumi interni su ogni fronte, elementi che potrebbero aprire la strada ad un recupero dell’inflazione sul breve periodo. Le attese per oggi sono comunque legate alla pubblicazione dei dati di fiducia del comparto manifatturiero negli Stati Uniti e soprattutto alla performance dei mercati azionari d’oltreoceano che comunque non dovrebbero creare particolari scossoni al ribasso per la sterlina che dovrebbe consolidare area 1.50.
USDJPY
Dopo la decisione della Federal Reserve ampiamente scontata e il messaggio dovish (accomodante ndr) da parte del governatore Janet Yellen, i movimenti sui mercati durante la sessione asiatica appena conclusasi sono stati principalmente legati al rally dell’azionario che ha visto l’indice Nikkei della borsa di Tokyo guadagnare il 1.59% spingendo al ribasso lo yen giapponese che si è portato da area 121.50 fino a quota 122.50, salvo poi stornare verso quota 122.40 in queste prime battute di contrattazioni in Europa. L’attesa per oggi è per un consolidamento delle quotazioni per la prima parte della giornata in attesa dei dati statunitensi del pomeriggio che potrebbero portare ad un indebolimento delle quotazioni del rapporto USDJPY per effetto di un recupero dei mercati azionari nel nuovo mondo, ma che comunque dovrebbero mantenere il rapporto tra biglietto verde e divisa nipponica saldamente ancorato sopra 122.00.
Emanuele Rigo