Mercati azionari: disallineamento fra Europa e Wall Street

Portofino

Dopo i recenti scossoni su borsa e titoli di stato, è giunto il momento di fare il punto della situazione sui mercati azionari.
Consideriamo quindi la situazione del FIB, dell’EUROSTOXX e del DOW JONES.
Un primo elemento evidente è la sostanziale asimmetria tra mercati europei e DOW JONES, ancora in un trend sicuramente rialzista di lungo, il secondo, e probabilmente ribassisti i primi.

Per evidenziare tale situazione, possiamo ricorrere ad una tecnica che utilizza time frame di medio/lungo, cioè il mensile ed il trimestrale.
Qualcuno obietterà che i segnali, su questo tipo di time frame, tendono ad essere tardivi, ma noi non intendiamo usarli in ottica di trading, ma solo per un’analisi della situazione dei mercati e per definire il relativo trend di lungo.

Partendo dal Dow Jones, possiamo notare un trend rialzista di lungo ancora intatto.
Sia le barre mensili, che quelle trimestrali, si trovano infatti tuttora inserite in un canale ascendente, il cui supporto dinamico interseca i minimi di marzo 2009, luglio 2010 e giugno 2011.
Se poi intendiamo comprendere quale sia la ragione di tale maggior positività, pur a fronte del ventilato rischio default del debito sovrano, occorre ricordare come gli USA stiano adottando una politica di finanziamento del debito, a noi non consentita.
Non a caso, la FED ha fatto incetta di titoli di stato, acquistati stampando carta moneta, una politica che, prima o poi, potrebbe portare a problemi sul fronte inflattivo, ma che nel frattempo ha scongiurato le maggiori tensioni, riscontrate, invece, su questo lato dell’Atlantico.

E non a caso diversa, come dicevamo, è la situazione tecnica degli indici europei.
Il FIB, in particolare, ha reagito negativamente ad un rilevante elemento tecnico, da noi individuato con largo anticipo.
Sul time frame mensile, avevamo sottolineato la retta di resistenza, intersecante i massimi di maggio, giugno e luglio 2007, retta che ha fatto sentire i propri effetti anche quest’anno.
Notiamo, infatti, che il massimo di maggio è stato intersecato proprio dalla retta in questione, e la successiva reazione, sempre su time frame mensile, ha portato i corsi al di sotto del canale rialzista di lungo, che li inquadrava dal 2009.
Analoghe considerazioni possono essere svolte, considerando il time frame trimestrale.
La successiva fase, caratterizzata, come previsto, da ampia volatilità, va quindi considerata in un contesto, legato alla probabile fine del trend intrapreso nel 2009.
Le ragioni del ribasso, che hanno provocato un sostanziale disallineamento rispetto alle dinamiche USA, hanno infatti portato i corsi al di fuori del trend rialzista di lungo, a differenza dei corsi statunitensi, per i quali, ad oggi, possiamo parlare solo di correzione.
Analogo quadro ribassista riscontriamo sull’Eurostoxx, a dimostrazione di un pessimismo che non riguarda solo il nostro paese.

In casi di sostanziale disallineamento rispetto ai corsi statunitensi rialzisti, non possiamo escludere, invece di un trend più decisamente ribassista, un trend neutro/ribassista, per Italia ed Europa, con ampie escursioni dei prezzi, ma che nel medio/lungo si ritrovano più o meno al punto di partenza.

Tale quadro rimane valido, sino a che non interverranno segnali di ripresa rialzista di medio/lungo, che al momento non si sono ancora manifestati.