Quella che si chiude oggi è stata forse la settimana più intensa dell’anno in corso: sicuramente quella più rilevante dal punto di vista degli eventi scaturiti. L’accordo con la Grecia, dopo le tensioni generate dal referendum, ha contribuito a dare il la a tutti gli eventi che si sono succeduti a catena.
A Constitution Avenue il governatore della FED Janet Yellen ha confermato la credibilità di un rialzo dei tassi nel 2015, eventualità che avevamo descritto come possibile e plausibile già da qualche mese. Sembra Settembre la data più probabile soprattutto in virtù delle dichiarazioni del governatore che descrivono in netto miglioramento la situazione economica a stelle e strisce nella seconda parte dell’anno. Sarà comunque da seguire il prossimo FOMC di fine mese per avere un’indicazione più precisa, nonostante tuttavia sia praticamente certo che il primo rialzo avverrà alla fine del terzo trimestre.
Eventualità che ha finalmente tolto le briglie all’altro cavallo di razza dell’economia mondiale: Mark Carney, governatore della Bank of England. Carney non è nuovo a dichiarazioni particolarmente azzardate, ma in questo caso, alludere esplicitamente ad un rialzo a cavallo della fine dell’anno rappresenta un freddo calcolo opportunistico. Con il rialzo FED a Settembre infatti, la BOE avrebbe tutto il tempo per valutare e verificare quali siano i reali effetti di un’uscita dal QE e agire di conseguenza con il tempo necessario per mettere in atto le dovute misure.
Ma è Draghi la vera superstar della settimana. Dopo la risoluzione della crisi greca, il consiglio direttivo della BCE ha votato per l’aumento della liquidità d’emergenza ELA alle banche greche. La decisione è stata annunciata in una delle conferenze stampa a margine di una riunione di politica monetaria più politiche di sempre. Nonostante l’assoluta attenzione al linguaggio e alle procedure, il presidente Draghi ha voluto sottolineare con forza che la Grecia è e rimarrà un paese dell’Unione Europea. Una presa di posizione piuttosto netta soprattutto per il riferimento al futuro della permanenza del paese mediterraneo, ma che non si discosta dallo stile di Mario Draghi che negli ultimi anni ha combattutto battaglie durissime contro le posizioni eccessivamente rigoriste della Germania a partire dal meccanismo OMT per arrivare al QE.
Market Movers
Alle 14:30 negli Stati Uniti il dato sui nuovi permessi edilizi è atteso a 1.150 milioni di unità dai 1.250 milioni della rilevazione precedente. Il dato sull’inflazione core è atteso a 0.2% dallo 0.1% del mese precedente, mentre il dato generale è atteso in calo a 0.3% dallo 0.4% del mese precedente.
Alle 16:00 negli Stati Uniti il dato preliminare Michigan sulla fiducia dei consumatori è atteso stabile a 96.1 rispetto alla rilevazione precedente. Alla stessa ora conferenza stampa del vice governatore della FED Fischer.
EURUSD
La moneta unica rimane stabile in area 1.0890 poco sotto il livello di 1.09 dove è capitolata ieri sulle prospettive di un rialzo dei tassi nel 2015 così come dichiarato dal governatore della FED Janet Yellen nella duplice comparizione davanti alle commissioni Finanza e Bancaria di Camera e Senato statunitensi. Anche Draghi nella conferenza stampa a margine della riunione di politica monetaria della BCE ci mette del suo descrivendo un’economia europea in ripresa, ma senza creare particolari entusiasmi. Attesa per l’evoluzione dei dati macro sull’inflazione a stelle e strisce di oggi che potrebbero confermare la chiusura della settimana in territorio negativo per EURUSD.
GBPUSD
Il governatore della Bank of England Carney torna all’attacco nel suo stile shock dichiarando che il primo rialzo dei tassi avverrà verso la fine dell’anno reiterando implicitamente che la sua galanteria da gentleman impone di concedere alla signora Yellen l’onore di procedere per prima. Sarà infatti cruciale per la Bank of England osservare come si comporterà il mercato e l’economia all’uscita dal quantitative easing prima di poter procedere con sicurezza verso un primo rialzo. La sterlina inglese ha proseguito quindi nel suo percorso di rafforzamento riportandosi in area 1.5650 dove scambia in apertura dei mercati europei, area che dovrebbe consolidare anche durante le ore conclusive della settimana di contrattazioni.
USDJPY
Toccato il livello di 124.20 lo yen giapponese ha visto un timido recupero legato soprattutto a fattori squisitamente tecnici e riportandosi in apertura delle contrattazioni in Europa in area 124.00. Nessuna novità di rilievo nemmeno dai mercati azionari nipponici che chiudono la sessione asiatica con l’indice Nikkei della borsa di Tokyo che fa registrare un timido +0.25% senza creare particolari scossoni nemmeno a livello valutario. Rimane la prospettiva per i dati sull’inflazione americana che potrebbero creare un po’ di movimento verso il pomeriggio di oggi.
Emanuele Rigo
Ava Trade