Pericolo dalla Cina e Ultimatum alla Grecia

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Il ruggito della tigre si sta tramutando in un rantolo che nemmeno l’enorme impegno delle istituzioni di Pechino sta riuscendo a curare. Il mercato cinese, dopo mesi di frenesia, sta affrontando la pagina più buia della storia recente chiudendo oggi in rosso di oltre 8 punti percentuali nonostante la sospensione delle autorità di Pechino. Sono diversi gli aspetti che entrano in gioco che vanno dall’incognita della valutazione delle aziende quotate alla frenesia da trading che sta investendo large fasce della popolazione. Secondo gli unici dati disponibili sembra che circa l’80% degli scambi sia effetto degli scambi dei privati, la cui psicologia è legata al breve termine: nonostante infatti i ritorni da un anno a questa parte rimangano positivi, la frenesia di questi giorni fa molta più presa su investitori privati aumentando il cosiddetto panic selling.



Spostandoci nel vecchio continente, la crisi greca sta raggiungendo nuovi livelli di tensione anche dopo la sostituzione del controverso ex ministro delle finanze Varoufakis con il più sobrio Tsakalotos: tuttavia, la luna di miele è durata poco. Euklid Tsakalotos, nonostante abbia una formazione di stampo anglosassone, è la vera mente della linea dura di Syriza e chi ha interpretato il cambiamento come un segnale di apertura deve ricredersi: il nuovo ministro delle finanze ellenico rappresenta l’ennesimo schiaffo al dialogo da parte di Tsipras.

Grexit non rappresenta più un tabù nemmeno ai tavoli istituzionali con i principali attori che fissano a domenica la scadenza ultima per il governo di Syriza di trovare un compromesso: oltre quella data, l’uscita della Grecia dall’euro sembra inevitabile. Mentre a Bruxelles sono già pronti i piani contingenti, ad Atene si parla già di un ritorno alla dracma. Il percorso sarà difficile e irto di ostacoli e non necessariamente riuscirà: infatti uno dei passaggi fondamentali dell’introduzione di una nuova valuta è il fattore credibilità. Il governo di Tsipras ha vinto le elezioni promettendo la permanenza della Grecia nella moneta unica, promessa che ha convinto molti a votarlo e a confermare il plebiscito a favore del referendum di domenica scorsa proprio sugli stessi presupposti. Cosa succederà ad un paese stremato e ad un governo populista quando i greci si sveglieranno con l’estratto conto espresso in dracme?

 

Market Movers

Alle 14:30 in Canada il dato sui nuovi permessi edilizi attesi in calo a -5.0% dal 11.6% della rilevazione precedente.

Alle 16:30 negli Stati Uniti il dato sulle scorte di petrolio atteso a -1.000 milioni di barlili rispetto ai 2.386 milioni del dato precedente. Alle 20:00 la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione di politica monetaria della FED e a margine conferenza stampa del membro del FOMC Williams.

Alle 3:30 in Australia la variazione del numero di occupati attesi in calo a -5.0 mila unità dalle 42.0 della rilevazione precedente per un tasso di disoccupazione in aumento al 6.1% dal 6.0% della lettura scorsa.

Alle 3:30 in Cina il dato sull’inflazione è atteso in risalita a 1.3% dal 1.2% della rilevazione precedente.

 

EURUSD

La moneta unica apre la sessione europea in area 1.1030 in risalita dai minimi di ieri in un movimento dai tratti fisiologici. L’assenza di dati macroeconomici rilevanti infatti rende gli scambi particolarmente soggetti a volatilità anche in virtù dei bassi volumi legati al periodo estivo. Rimane il fatto che la Grecia continua ad essere al centro dell’attenzione e l’evoluzione delle vicende in Europa potrebbe provocare scossoni importanti.

 

GBPUSD

La sterlina perde terreno contro il biglietto verde anche nelle prime ore di oggi riportandosi in apertura dei mercati europei in area 1.5420 con una decisa direzionalità ribassista. Anche il destino del cable è legato all’andamento delle vicende europee oltre che ad una certa forza che il biglietto verde sta facendo valere contro tutte le principali divise. Massima attenzione questa sera alla pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione di politica monetaria della FED che darà una dimensione più precisa delle prossime mosse dell’istituto di Constitution Avenue.

 

USDJPY

Il vero vincitore delle tensioni globali è lo yen giapponese: l’unica divisa che riesce a contrastare e superare la forza del dollaro americano. Dopo una sessione asiatica all’insegna del rafforzamento che ha portato USDJPY dai massimi a 122.50 fino in area 121.30, la sessione europea conferma la tendenza al ribasso con il rapporto tra biglietto verde e divisa nipponica che rimane ancorato in area 121.60 anche per effetto del tonfo dell’indice Nikkei della borsa di Tokyo che, in tendenza con tutte le altre borse asiatiche, perde oltre tre punti percentuali.

Emanuele Rigo

Ava Trade