Il vero piano B del Governo Greco Intervista a Gian Piero Turletti

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IL VERO PIANO B DEL GOVERNO GRECO

INTERVISTA A GIAN PIERO TURLETTI

AUTORE METODO MAGIC BOX IN 7 PASSI

 

Hanno quindi vinto gli OXI, i no, contrariamente a quanto indicato da taluni sondaggi. Le sue prime impressioni a caldo?

I sondaggi dimostrano come diano luogo a risultati talora inattendibili.

Credo comunque vi sia molto di farsesco in tutta questa vicenda, se non fosse per la drammaticità della situazione economica.

Non credo che Tsipras, Varoufakis, ed i consiglieri economici dell’esecutivo greco non fossero consapevoli della situazione che si è venuta a creare.

In pratica, il no getta ancora di più la Grecia nelle mani degli organismi europei, visto che senza una moneta diversa, o gli organismi internazionali concedono nuovi finanziamenti, resi appunto più difficili dalla contrapposizione conseguita all’esito del referendum, o la crisi di liquidità pare ormai irreversibile.

Sono quindi giunto alla conclusione che il vero obiettivo del governo non fosse quello di spingere verso una capitolazione degli organismi europei ad un nuovo tavolo delle trattative, o meglio, questo è solo uno dei possibili obiettivi, considerato scarsamente probabile dallo stesso esecutivo ellenico.

Ma esiste un piano alternativo, il piano B, come potremmo definirlo.

A cosa si riferisce?

A mio avviso, c’è una perfetta consapevolezza che, in caso di mancato accordo, si debba introdurre una nuova moneta, o meglio, reintrodurre la dracma o altro equivalente strumento finanziario.

Solo che i politici al governo non intendono passare come coloro che volevano questo, e quindi intendono dare la colpa di questa futura, probabile decisione, agli organismi europei.

In altri termini, per loro diviene indispensabile quanto meno dar vita ad una seconda fase di trattative, pur non credendo in un esito positivo, in modo da poter poi dire che la loro decisione di introdurre una seconda moneta non è stata una loro scelta, ma un passo vincolato, praticamente imposto dall’europa.

Proprio nel momento in cui scrivo questa intervista perviene la news che Varoufakis si è dimesso, apparentemente per facilitare le nuove negoziazioni.

In realtà credo fosse un passo programmato da tempo, ed a mio avviso non va interpretato come una decisione per agevolare nuove negoziazioni, ma come un indizio che le negoziazioni sono viste solo come una farsa, per cui non sarà neppure necessario supportarle con la presenza del ministro delle finanze ellenico o di tecnici del ministero.

Non posso neppure escludere che sia insorto un contrasto tra chi, come Varoufakis, forse non vuole partecipare a quella che considera una farsa, finalizzata solo a dare la colpa ad altri della reintroduzione della dracma, e chi, invece, intende darvi corso sino in fondo.

Non è proprio possibile che gli organismi europei accettino le condizioni prospettate da Tsipras?

In politica ed in finanza è sempre tutto possibile, ma credo che a seguito di una disamina attenta della questione, tale esito sia quanto meno inverosimile.

Cosa prospetta, in sostanza, l’esecutivo greco agli organismi internazionali?

Di continuare a finanziare un paese che poi non può onerare il proprio debito.

Questo, tanto per ritornare al tema della volontà popolare, si contrappone nettamente all’opinione di certi popoli, in particolare quello tedesco, e di quei politici che di quel popolo sono rappresentanti.

Peraltro, se si dovesse cedere alle pressioni greche, questo significherebbe che poi ognuno potrebbe domandare la stessa cosa, cioè perché la Grecia sì ed altri no, e salterebbe tutto il sistema.

Proprio in considerazione di questo, non posso che concordare con l’opinione della maggior parte degli analisti, che ritiene quasi certa una reintroduzione della dracma o comunque di uno strumento finanziario alternativo all’euro.

Strategia secondo me già ipotizzata da tempo ma che, nella farsa di questi giorni, deve apparire come un passo deciso dagli organismi europei, che getterebbero la Grecia verso la dracma.

In tal senso, non dimentichiamocelo, anche le dichiarazioni di Tsipras, che diceva nei giorni scorsi che sono gli altri a voler gettare i greci fuori dall’eurozona.

Vi sono ulteriori prove sulla reintroduzione della dracma?

Direi di sì, se si trattasse di un giallo potremmo quasi parlare di una pistola fumante, in particolare l’impennata delle azioni di una società che stampa carta da banconote: chissà come mai?

Credo vi sia solo una risposta alla domanda.

Lei ha già anticipato le sue previsioni sui mercati, ora le conferma?

Confermo la mia previsione di una forte volatilità, anche con improvvisi, probabili capovolgimenti di fronte, all’insegna di mercati ancora news driven.