Il disastro continua. La produzione industriale italiana è crollata a -0.7% mensile (atteso +0.2%) e addirittura a -2.2% annuale (atteso +0.1%).
Eppure ci dicono che va meglio!
Certo in Francia e Spagna sono usciti altri dati migliori delle attese. Ma da noi il tunnel è completamente tappato dal dominio delle banche che ritirano le risorse regalate dalla BCE e poi invece di sostenere l’impresa (per i pochi che tra burocrazia e tasse ancora vi si vogliono cimentare) non fanno altro che speculare sui mercati.
L’industria è la maggior fonte di posti di lavoro di produzione di beni reali, l’Italia sene sta spossessando succube dell’egemonia tedesca.
Se non si interrompe questa spirale con decisioni drastiche e inusuali, a breve saremo un dormitorio di poveracci che si arrabattano per campare con sparpagliati i ricchissimi che magari proprio grazie alla politica hanno potuto approfittare di questa crisi.
Questa non è una società giusta.
Una società giusta non destina miliardi di euro a un improduttivo sistema bancario quando decine di aziende chiudono e cancellano post di lavoro. Un sistema equo provvede a che queste risorse arrivino direttamente a chi vuole creare o preservare posti di lavoro.
Il primo passo sarebbe riaprire le filiali di Banca d’Italia e metterle al servizio di cittadini ed imprese al tasso pari a quello BCE con no spread minimo.
Se questo non andasse a genio a lor signori l’unica via rimane il ritorno alla lira e l’abbandono delle forche caudine europee. certo nei giorni scorsi Draghi ha parlato della volontà di rimettere le banche a fare le banche ma con questi drammatici dati non c’è tempo e considerato che per arrivare al QE ci ha impiegato 7 anni di crisi (tra lui e il suo predecessore) ecco che certamente la via a percorrere non può essere quella di attendere le mosse BCE ma deve essere una sortita decisa e decisiva dei nostri governanti.
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Gianluca Braguzzi è un Gestore di Fondi comuni di investimento