Dopo il movimento da manuale di inizio marzo, il titolo Brembo è partito al rialzo, ma senza troppa convinzione. Le quotazioni, infatti, sono ritornate sull’area di supporto in area 9,3 euro prima di ripartire nuovamente al rialzo. Quindi, questa settimana il titolo Brembo potrebbe scattare verso i massimi storici.
Prima, però, di occuparci dell’analisi grafica e dei possibili scenari futuri, diamo uno sguardo un po’ più ampio al settore di riferimento in cui è collocato il business di Brembo. Nel corso dell’ultimo anno la performance borsistica del titolo non è stata eccezionale con una perdita di circa il 3%. Tuttavia si tratta di un risultato eccezionale se si pensa che la performance media del settore di riferimento è stata del -32%.
Da inizio anno, poi, le cose sono andate anche peggio con una perdita del 14% a fronte di un settore di riferimento che ha perso il 23%. C’è stata, quindi, una perdita di forza relativa di Brembo rispetto ai suoi competitors.
Eppure i dati del primo trimestre 2022 sono stati molto buoni. I ricavi netti consolidati del primo trimestre 2022 ammontano a 857,6 milioni di euro, in crescita del 27,0% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente.
Un altro aspetto importante emerso a margine della presentazione di questi dati è che Brembo non ha alcuna presenza produttiva nelle aree interessate dalla crisi tra Russia e Ucraina.
Questa settimana il titolo Brembo potrebbe scattare verso i massimi storici: le indicazioni dell’analisi grafica
Il titolo Brembo (MIL:BRE) ha chiuso la seduta del 3 giugno a quota 10,75 euro, in ribasso dell’1,38% rispetto alla seduta precedente.
Time frame settimanale
La tendenza in corso è al rialzo e le quotazioni si stanno portando in prossimità dell’importantissima resistenza offerta dall’obiettivo più probabile in area 11,255 euro. Il futuro del titolo, quindi, si deciderà in prossimità di questo livello. La sua rottura in chiusura di settimana potrebbe aprire al raggiungimento del successivo obiettivo di prezzo in area 14,415 euro. La massima estensione rialzista, poi, potrebbe andare a collocarsi in area 17,5 euro. Questo scenario fortemente rialzista è sostenuto dal segnale del BottomHunter scattato a inizio marzo.
La mancata rottura di area 11,255 euro, invece, potrebbe portare a un ritracciamento fino in area 9,3 euro. Solo una chiusura settimanale inferiore a questo livello potrebbe portare a un’inversione di tendenza ribassista.
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