Intervista a Gian Piero Turletti
Autore metodo Magic box in 7 passi
PARTIAMO, QUESTA VOLTA, DAGLI SCENARI INTERNAZIONALI DI CRISI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL’UCRAINA.
I MERCATI FINANZIARI SONO STATI IN APPRENSIONE SOPRATTUTTO PER LA GRECIA ED ORA SEGUONO L’EVOLUZIONE DELLE TRATTATIVE TRA NUOVO ESECUTIVO ED ISTITUZIONI EUROPEE, MA L’UCRAINA E’ ANCORA IN UNA SITUAZIONE DI GRAVE CRISI? COSA NE PENSA?
In effetti, credo che l’attenzione mediatica, soprattutto da parte di coloro che seguono i mercati finanziari, si sia troppo concentrata su un tema, che peraltro ha rivelato avere minori conseguenze, rispetto alle ipotesi iniziali, anche a fronte del QE deciso dalla BCE.
Ne consegue che vi sia stata una assai minor attenzione alla crisi ucraina, che a mio avviso è bene non dimenticare, anche per i risvolti che potrebbe avere a livello finanziario.
Non dimentichiamo che parte della situazione di deflazione che sta interessando l’Europa è dovuta in misura significativa proprio anche al blocco dei commerci verso est.
COME SI PROSPETTA, QUINDI, LA SITUAZIONE A TALE RIGUARDO, E VI SONO EVENTUALI RETROSCENA POCO CONOSCIUTI, CHE SAREBBE OPPORTUNO RICHIAMARE?
Senz’altro. I precedenti accordi, con cui sembrava essersi risolta, almeno temporaneamente, la crisi, non hanno retto, ed anzi è ulteriormente cresciuta la tensione tra russia e paesi occidentali.
Non è un caso che si stiano muovendo i capi di stato dei più importanti paesi europei, Merkel ed Hollande, per cercare una soluzione diplomatica con Putin.
In realtà quegli accordi, ad una disamina non superficiale, risultava evidente che non potessero reggere.
Nonostante la fine dell’URSS, la russia putiniana non ha mai smesso di considerare viva e vegeta la concezione delle aree di influenza, che prese vita dagli accordi storici di Yalta tra Roosvelt, Stalin e Churchill. Soprattutto verso regioni limitrofe alla Russia.
Abbiamo visto cos’è successo in Crimea, e cosa si sta verificando in Ucraina.
Praticamente i russi hanno l’obiettivo di realizzare quanto meno un corridoio verso la Crimea, che assume una dimensione strategica rilevante.
D’altra parte, è del tutto evidente che i ribelli filorussi non potrebbero continuare nella loro battaglia, se non fossero adeguatamente supportati dai russi stessi.
In tale contesto, non bisogna peraltro dimenticare la possibilità, avanzata da taluni analisti, di una sorta di patto segreto tra Obama e la Merkel.
A COSA SI RIFERISCE?
E’ sicuramente probabile che dietro la nuova offensiva diplomatica che muove Merkel ed Hollande in primis a cercare nuovi accordi con i russi, vi sia anche il supporto di Obama.
In altri termini, gli USA prospetterebbero, per supportare tali accordi, un’escalation militare contro la Russia, in caso di fallimento delle trattative, quale pressione per indurre Putin a più miti consigli.
PERCHE’ SI MUOVONO HOLLANDE E MERKEL, E NON LA MOGHERINI?
Perché questa è la realtà, tanto per parlarci molto chiaramente.
Sicuramente Francia e Germania si considerano i più importanti paesi europei occidentali, e certo non intendono delegare ad una Mogherini la rappresentanza europea dei loro interessi e degli interessi europei in certi contesti.
Dietro Merkel ed Hollande ci sono Germania e Francia, dietro la Mogherini chi ci sta, politicamente parlando?
Nessuno. Anche tale aspetto evidenzia quanto l’idea di un’Europa politicamente unita sia un ideale tutt’altro che a portata di mano.
Quando ci sono in gioco rilevanti interessi strategici internazionali, evidentemente, si preferisce far parlare gli stati nazionali, non istituzioni che militarmente e politicamente contano poco o nulla, e che invece vengono chiamate in causa, in particolare dalla Germania, solo quando a questa fa comodo economicamente.
COME ANDRA’ A FINIRE?
A questo punto, credo che si debba avere una visione realistica della situazione in essere.
La Russia non credo che abbia intenzione di cedere terreno, pur a fronte di un inasprimento di sanzioni economiche, terreno sul quale mi pare che faccia orecchie da mercante.
E quando le diplomazie, pur supportate da argomenti economici, falliscono, diventa quasi inevitabile uno scenario bellico.
Non dimentichiamoci che la guerra è una continuazione della politica estera.
Direi, quindi, che quello che non ha potuto Tsipras, forse lo potrà fare Putin, cioè un’estensione del conflitto, con maggior coinvolgimento degli USA, potrebbe avere ripercussioni pesanti sui mercati finanziari.
E VENIAMO, QUINDI, AI MERCATI AZIONARI.
COSA PUO’ DIRCI, UTILIZZANDO IL METODO MAGIC BOX?
Il metodo continua a dimostrare la propria efficacia.
Pur a fronte di scenari incerti sul piano internazionale, ha seguito con mirabile precisione le dinamiche dei mercati, spesso individuando precise soglie di target in termini spazio/temporali, ma altresì riuscendo a definire le più rilevanti soglie di resistenza/supporto.
Dettagliamo quindi di seguito la situazione sui diversi indici.
S & P 500: risulta sempre più rilevante la soglia di resistenza in area 2064 che, se superata con segnale di conferma, proietterebbe al rialzo l’indice USA verso i target di spazio e tempo già dettagliati nei miei precedenti interventi. Probabilmente, l’incertezza sull’indice USA è dovuta anche alla situazione internazionale, potenzialmente foriera di nuove tensioni, come sopra dettagliato, e che militarmente coinvolgerebbe, in primis, proprio gli USA.
DAX: l’indice ha raggiunto un livello di prezzo molto vicino al secondo obiettivo rialzista previsto in area 11030 per/entro il 10 febbraio (massimo raggiunto a 10984 il 3 febbraio).
Importante, nel breve, la tenuta di 10802, la cui confermata rottura spingerebbe l’indice in direzione dei seguenti supporti (comunque una tenuta di questi ultimi deporrebbe ancora a favore dello scenario rialzista):
10640
10598 (supporti validi nella giornata di lunedì).
EUROSTOXX: da qualche giorno l’indice sta lateralizzando, pur permanendo ancora in tensione rialzista su supporti di breve/medio.
Importante la tenuta di 3376, mentre una confermata rottura di tale livello spingerebbe verso l’ancora più importante supporto posto a 3349 (supporto dinamico valido nella giornata di lunedì).
FTSE MIB: l’indice ha pienamente centrato in tempo e prezzo il primo target rialzista previsto in area 20995 per/entro il 18 febbraio.
Ora risulta nel breve importante non cedere 20621, mentre in caso di confermata rottura, il successivi supporto si colloca, nella odierna seduta, a 20475.
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