Per i mercati azionari di tutto il Mondo è stata un’altra giornata molto difficile. Dopo la chiusura negativa di Wall Street di ieri, oggi le Borse europee hanno chiuso in forte ribasso. Il clima incerto dei giorni precedenti sembra improvvisamente volgere al peggio. Sono due in particolare i fattori che hanno spinto al ribasso le Piazze europee sin dall’avvio della seduta.
La recessione è dietro l’angolo
Che oggi la giornata sarebbe stata difficile lo si era intuito osservando le chiusure negative delle Borse asiatiche e di Wall Street ieri. Dopo una prima mezz’ora di andamento incerto, i prezzi dei listini azionari in Europa hanno preso con decisione la via del ribasso. Le nuove sanzioni prese dall’UE contro la Russia e una probabile politica monetaria più aggressiva della Federal Reserve contro l’inflazione, hanno zavorrato i listini. Ieri i tre principali indici americani hanno subito una ennesima battuta di arresto per quest’ultimo motivo.
Il mix tra rialzo dei tassi di interesse superiore alle attese e l’inasprimento delle sanzioni, fanno temere un fortissimo rallentamento della crescita economica mondiale. Analisti ed economisti rimangono prudenti per quest’anno e non utilizzano quasi mai la parola stagflazione, ma la pensano. Magari non arriverà quest’anno, ma sembra possibile una crescita economica negativa con inflazione alta per il 2023.
In Europa si moltiplicano i segnali di un rialzo dei prezzi senza precedenti. A febbraio i prezzi alla produzione nell’Unione Europea sono schizzati del 31,4% su base annua. Se le aziende trasferissero questo rialzo ai beni di consumo ci sarebbe un’ulteriore impennata dell’inflazione.
Guerra e inflazione mandano a picco le Borse ma a Piazza Affari la paura non ferma questo titolo
In questo clima di pessimismo generale oggi i principali listini europei hanno subito cali attorno al 2%, con un’unica eccezione della Borsa di Londra. Il listino del Regno Unito ha perso lo 0,3%, invece sono crollate la Borsa di Francoforte, dell’1,9%, e quella di Parigi, del 2,2%. L’indice Euro Stoxx 50 ha chiuso in ribasso del 2,4%.
In Italia la bozza del Documento di economia e finanza, il DEF, per il 2022 indica un PIL al 3,1%, rispetto al precedente 4,7%. Ma è una previsione ottimistica rispetto a quelle di Confindustria e di Prometeia, che vedono un rialzo del PIL rispettivamente all’1,9% e al 2,2%.
L’aumento dei tassi di interesse e la crescita economica prevista in rallentamento, hanno fatto impennare nuovamente lo spread tra BTP e Bund. Il differenziale dal 30 marzo ad oggi è passato da 148 punti a 168 punti. Nella sola seduta di oggi questo dato è salito di quasi il 3%.
Guerra e inflazione mandano a picco anche Piazza Affari. La Borsa di Milano ha chiuso in linea con le perdite degli altri principali listini europei. L’indice Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB) ha perso il 2% chiudendo a 24.447 punti. Piazza Affari non registrava un simile calo dalla seduta del 10 marzo.
Tra le blue chips solo 6 titoli hanno chiuso in rialzo. Atlantia è stato il titolo migliore, con un guadagno del 2,4%. Il titolo prosegue nella corsa cominciata ad inizio marzo e i prezzi si sono avvicinati ai 20 euro. Ben 13 blue chips su 40 hanno subito cali tra il 3% e il 5,7%. Questo dato non è incoraggiante per le prossime sedute.
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