La legge sanziona giustamente i comportamenti pericolosi alla guida. Alcuni di questi prevedono ammende elevatissime e in alcuni casi potrebbe scattare anche l’arresto.
In un caso in particolare il legislatore ha previsto una mano pesante con multe fino a 6.000 euro e arresto di 6 mesi. Scopriamo di quale violazione si tratta.
Il Codice della Strada tende a punire i comportamenti degli automobilisti che possono creare pericolo ad altri automobilisti o pedoni. Spesso però, molti ignorano, o fanno finta di ignorare, alcune norme. Una in particolare viene regolarmente violata e potrebbe portare anche alla decurtazione di 4 punti dalla patente.
A volte certi comportamenti oltre ad essere pericolosi verso gli altri utilizzatori della strada, possono essere potenzialmente lesivi della nostra sicurezza. Il classico esempio è quello dei danni causati da una grandinata. I chicchi di grandine cadendo possono danneggiare l’auto in alcune parti. Il danneggiamento di una parte in particolare potrebbe risultare pericoloso per chi guida ed è da ripararsi subito. In caso di circolazione con questo problema all’auto, il proprietario rischia anche la decurtazione di 2 punti dalla patente.
Rischia una multa fino a 6.000 euro e un arresto fino a 6 mesi chi guida in queste condizioni
Alcuni comportamenti sono molto più pericolosi di altri e in questo caso il legislatore usa la mano pesante per sanzionare queste violazioni. Ci sono violazioni del Codice della Strada che comportano non solo una sanzione pecuniaria e la sospensione della patente, ma prevedono anche l’arresto. Molti sanno che tra le violazioni più gravi al Codice della Strada c’è quella della guida in stato di ebrezza. Meno conosciuta e forse più sottovalutata è la guida sotto l’effetto di stupefacenti.
Rischia una multa fino a 6.000 euro chi guida in stato di alterazione psicofisica dovuta a effetti della droga. Le sanzioni per la guida sotto l’effetto degli stupefacenti (articolo 187 del Codice della Strada) sono identiche a quelle in stato di ebrezza. La legge prevede una ammenda da 1.500 a 6.000 euro, il ritiro immediato della patente e una sospensione fino a 2 anni. Inoltre è previsto l’arresto da 6 mesi a 1 anno.
Per stabilire se il conducente dell’auto è in stato di alterazione psicofisica indotta dall’assunzione di stupefacenti si devono verificare due condizioni. Prima di tutto le sostanze assunte devono essere comprese nella tabella allegata al decreto 309/1990. Inoltre occorre dimostrare che lo stato di alterazione psicofisica del conduttore della vettura sia in relazione all’assunzione di una di queste sostanze.
Su questo punto la Cassazione si è espressa con due sentenze, la 43180 del 2013 e la 16059 nel 2014. Secondo la Cassazione per stabilire la violazione della norma occorre anche effettuare un’analisi specifica. Il rifiuto a sottoporsi alle analisi per accertare eventuali stati di alterazione, è sanzionabile.
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