La pensione Quota 100 ha permesso l’accesso alla quiescenza a numerosi lavoratori, ma è scaduta il 31 dicembre 2021. Dal primo gennaio di quest’anno, con una formula simile, è possibile andare a riposo a 64 anni. Ma sicuramente non è la stessa cosa. Andare in pensione due anni prima, infatti, per chi è stanco della propria attività non è un anticipo indifferente. Proprio per questo prima della fine del 2021 i lavoratori hanno fatto tutto quello che potevano per raggiungere il requisito contributivo di 38 anni. Questo pur di non perdere il treno del pensionamento a 62 anni.
Se manca il requisito anagrafico non c’è nulla da fare
Per il lavoratore che entro il 31 dicembre 2021 non ha compiuto i 62 anni non esiste possibilità di poter presentare la domanda di pensione con la Quota 100. Lo stesso, però, non si può dire di chi ha concluso lo scorso anno senza perfezionare il requisito contributivo. Per coloro che non hanno raggiunto i 38 anni di contributi c’è ancora la possibilità di poter richiedere la quiescenza con questa misura. Questo perché i requisiti per la pensione Quota 100, ma solo quelli contributivi, si possono ancora perfezionare.
Il decreto 4/2019 che ha introdotto la Quota 100 chiarisce, infatti, che la domanda di pensione può essere presentata anche in un qualsiasi momento successivo alla scadenza della misura. Nel 2022, quindi, la domanda può essere ancora presentata, così come sarà possibile trasmettere l’istanza nel 2023.
I requisiti per la pensione Quota 100 possono essere raggiunti anche nel 2022 ma solo se si fa questa cosa
La domanda di Quota 100 può essere presentata anche dopo il 2021. Ma vediamo come potrebbe trasmettere l’istanza chi non era in possesso dei 38 anni di contributi lo scorso 31 dicembre. I contributi da riscatto permettono di valorizzare periodi in cui non è stata versata contribuzione. E una volta pagato l’onere si collocano temporalmente quando avrebbero dovuto essere pagati.
Facciamo un esempio. Un lavoratore riscatta gli anni di studio dal 2000 al 2003 e paga l’onere nel 2022. I contributi riscattati non si collocano nel 2022 ma nel 2000, 2001, 2002 e 2003. Ovvero nel momento che avrebbero dovuto essere versati.
Procedendo, quindi, al riscatto di periodi precedenti al 2021 si colloca la contribuzione prima di questa data. E se si raggiungono i 38 anni di contributi, questi ultimi risulteranno perfezionati prima di fine 2021. Anche se l’onere è stato sostenuto dopo. In questo modo chi non ha perfezionato i 38 anni di contributi entro la fine del 2021 potrà procedere in questo modo. Ma solo se ha periodi che possono essere legalmente riscattati.