Il Dott. Gianluca Braguzzi è un gestore di fondi comuni
Solo la storia antica può rassicurarci del fatto che i politici greci anti-euro, discendenti dei grandi condottieri che tante battaglie animarono per il controllo della penisola ellenica ( e non solo) , non scenderanno a compromessi come farebbero gli italiani e terranno duro sulle loro posizioni intransigenti volte a rinegoziare il debito e soprattutto sganciarsi dai parametri UE. Vincoli tarati solo sulle necessità della Germania e soffocanti per paesi come appunto la Grecia ma anche la nostra Italia.
Per lo stesso motivo non possiamo dubitare che gli elettori greci, il prossimo 25 gennaio, terranno fede alle proprie promesse elettorali e porteranno in maggioranza e dunque al potere, il partito anti-euro di Tsipras, forza politica in grande vantaggio nei sondaggi.
Cosa potrà dunque accadere?
Lo scenario più probabile sarà quello che l’euro inizierà a perdere almeno un pezzo: la Grecia. In questo caso dopo i timori iniziali, con conseguente panico, probabilmente a cavallo delle elezioni, le autorità, memori del risultato catastrofico causato dall’immobilismo tenuto ai tempi di Lehman Brothers, faranno di tutto per evitare l’estendersi del contagio. Se agiranno con convinzione e mosse adeguate i mercati potranno smaltire rapidamente la delusione ed anzi avviarsi a un ‘annata volatile ma dalle prospettive rialziste. Se viceversa i “condottieri” indugeranno con Draghi prigioniero dei diktat teutonici si apriranno scenari da sell-off prolungato con onde parossistiche sia sui mercati azionari, che sui bond, che sulle valute .
Questo stato di cose aprirebbe la porta ad altre fuoriuscite dall’euro , Italia in testa.
Ad una prima lettura sembrebbe senz’altro preferibile il primo, controllato, sviluppo. Nella realtà per il nostro paese, per una vera uscita dalla crisi, il reset totale, partendo dallo scriteriato sistema bancario interno, di cui tutta l’Italia è succube a causa delle montagne di derivati tossici accumulati, sarebbe senz’altro una grande opportunità. Il recupero della sovranità monetaria, il ripristino di un sistema di regole più semplici ma dalla rigorosa applicazione, il tutto in un contesto volto a raggiungere una crescita sostenibile e non a vivere sopra le possibilità che l’Italia è in grado di reggere, sarebbero , finalmente, la svolta epocale che consentirebbe di archiviare definitivamente la parola crisi.
Siamo consapevoli che molti dei nostri politici si opporranno a tutto ciò, è probabile che la BCE si attivi veramente per scongiurare il contagio greco, ma è necessario pensare che questa rivoluzione pacifica possa finalmente realizzarsi.
Perchè se da un lato sui mercati porterà sconvolgimenti e terremoti, da un punto di vista sociale eviterà che il protrarsi di una situazione di crisi, di incertezza e di impoverimento diffuso e progressivo porti a una vera rivoluzione che a quel punto non potrà che essere violenta.