Raffreddore, asma, lacrimazione eccessiva e difficoltà respiratorie potrebbero essere segnali di questa comune patologia e converrebbe fare subito le analisi

allergia

La bella stagione non è lontana. Chi soffre di allergia ai pollini farebbe meglio a prepararsi a stare di più all’aria aperta: una gioia che nasconde qualche insidia. Secondo una stima del ministero della Salute, gli italiani interessati al problema rappresentano una discreta fetta di popolazione, circa il 15-20%.

Il polline di fiori e piante viene riconosciuto come nemico dell’organismo dei soggetti allergici, scatenando una fastidiosa reazione. Raffreddore stagionale, asma, lacrimazione eccessiva e difficoltà respiratorie: questi sono i primi sintomi.

Disturbi comuni che, per chi non ha mai fatto i controlli del caso, possono indicare patologie croniche più serie. L’asma, in particolare, può verificarsi quando la condizione allergica colpisce le basse vie aeree, cioè trachea, bronchi e polmoni. La diffusione delle piante non è la stessa su tutto il territorio nazionale, quindi, in base alla propria zona di residenza, la comparsa dell’allergia può scatenarsi in modo più o meno precoce.

Per farsi un’idea è opportuno consultare il calendario e, come prima cosa, individuare l’allergene prevalente. Una persona infatti potrebbe essere allergica a più di un tipo di polline. Per sapere come fare, basta effettuare un semplice prick test oppure un prelievo di sangue.

Il primo metodo mette in contatto uno o più allergeni con la pelle dell’avambraccio del paziente. Questa viene poi punta con una lancetta monouso. Se la cute si arrossa, si gonfia o dà prurito, la diagnosi confermerà l’allergia.

Raffreddore, asma, lacrimazione eccessiva e difficoltà respiratorie potrebbero essere segnali di questa comune patologia e converrebbe fare subito le analisi

I periodi critici dell’anno sono principalmente quattro e coincidono con le stagioni dell’anno. Verso la fine dei mesi freddi cominciano a fiorire la betulla, il nocciolo, il carpino, il cipresso e l’ulivo.

Da aprile in poi le minacce principali sono le graminacee, l’artemisia, le composite, e alberi come il pioppo, il platano e il tiglio. Da giugno arriva l’ortica parietaria, mentre da fine agosto l’ambrosia.

In autunno, infine, l’ambrosia resta la più invadente ma c’è anche una possibile seconda fioritura delle graminacee e la muffa alternaria delle foglie in decomposizione.

Novembre, dicembre e gennaio sono di norma dei mesi abbastanza tranquilli.

Ci sono utili rimedi offerti dalla medicina, sempre sotto consulto del proprio medico. Uno o due mesi prima della fioritura della pianta incriminata, ci si può infatti sottoporre al cosiddetto vaccino o immunoterapia specifica.

Questa consente d’iniettare sottocute la sostanza alla quale si è allergici e poco alla volta indurre una tolleranza nei suoi confronti. Ci sono poi farmaci antistaminici o antiasmatici, da assumere sempre esclusivamente dietro consulto medico.