Quando acquistiamo un prodotto ci sentiamo spesso in una situazione passiva. Pensiamo che le regole degli acquisti siano dettati dai titolari dell’attività in cui ci troviamo. In questo modo ci vengono sottratti benefici dei quali invece siamo titolari.
La possibilità di pagare con delle carte di debito o credito, ad esempio. Oppure ancora di utilizzare il servizio internet che ci viene promesso. Eppure ci sono altre situazioni ancora più fastidiose, delle quali potrebbe approfittare qualche commerciante. Siamo pur sempre dei consumatori, ed in quel momento abbiamo una serie di tutele. Una di queste riguarda una situazione che sarà capitata a tutti nella vita. Il prezzo esposto ci presenta una cifra. Poi quando andiamo a pagare alla casa ci viene detto che quanto scritto sarebbe un errore. Oppure che non è più valida l’offerta e nel frattempo il prezzo è aumentato. Si tratta di una situazione sicuramente scomoda. In quanto consumatori dovremmo essere a conoscenza del principio che ci può aiutare se il prezzo esposto in negozio è sbagliato.
Cosa sta scritto nel codice
La risposta la troviamo tanto nel codice civile quanto nel cosiddetto Codice del Consumo (L.206/2005). Il principio è chiaro. Il prezzo esposto rappresenta una tipologia di offerta al pubblico. Non appena l’acquirente prende il prodotto e dimostra la volontà di acquistarlo, accetta implicitamente la condizione offerta. L’accordo sarà concluso quando il venditore prende conoscenza della volontà della controparte. Questo avviene ad esempio quando ci dirigiamo alla cassa per pagare. Questo primo principio si trova nell’articolo 1326 del codice civile sulla conclusione dell’accordo. L’importante è che tutti gli estremi essenziali del contratto siano noti (il prezzo ed il relativo prodotto). Inoltre, la L.206/2005 delinea nel dettaglio come l’indicazione dei prezzi debba avvenire relativamente a formati particolari (prezzo per unità di misura). La pubblicità del prezzo deve essere veritiera, palese e corretta.
A questo punto dovremmo chiederci cosa ci spetta di diritto. La risposta è semplice, anche se ci sono delle eccezioni.
Se il prezzo esposto in negozio è sbagliato massima attenzione perché possiamo godere di questo diritto di cui spesso non usufruiamo
Il consumatore ha il diritto di pagare il prezzo esposto, a nulla valendo le giustificazioni addotte dal venditore. In caso di acquisto ad un prezzo maggiorato, ha diritto ad esperire un’azione per la restituzione della differenza non dovuta. Concretamente si tratterrà di un’ingiunzione di pagamento. C’è un’importante eccezione alla regola, sempre contenuta nel codice civile.
L’errore nel contratto, se riconoscibile, rende annullabile l’offerta. Si tratta di una palese difformità che però deve essere comprensibile con un grado di diligenza ordinario. Infine ricordiamoci che la mancata esposizione del prezzo può portare alla “sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 516,46 a euro 3.098,74”. Attenzione, infine, se gli errori nel pagamento li commettiamo noi. In questo caso potremmo diventare i destinatari di stangate se paghiamo con soldi falsi, ad esempio.