Il barile può permettersi di scendere dai livelli record toccati in precedenza

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Le Borse confermano una mancanza sostanziale di direzionalità anche dopo il giro di boa della mattinata. Infatti alle 15.35 il Ftse Mib perdeva lo 0,2% così come anche il Dax, a -0,24% e il Ftse 100 che, sebbene vicino alla parità, registrava un passivo dello 0,03%. In tutto questo soltanto il Cac 40 di Parigi arrivava a guadagnare lo 0,05%.

Guardando il panorama internazionale, c’è da segnalare un leggero calo delle quotazioni del petrolio. Un calo dovuto per lo più ad un parallelo attenuarsi delle tensioni geopolitiche sul fronte russo. Infatti il presidente francese Macron è volato a Mosca per cercare di incrementare le probabilità di un accordo che possa evitare quella che, secondo gli USA e i servizi segreti di molte potenze occidentali, potrebbe essere una prossima invasione del territorio ucraino. Stando alle prime informazioni pare che Putin abbia rassicurato il suo ospite sulla volontà di Mosca di evitare un’escalation.

Il barile può permettersi di scendere grazie anche ad altri fattori contingenti

Ma anche in questo frangente non bisogna cedere ai facili ottimismi. Questo perchè è stato lo stesso Putin a definire la Nato un’organizzazione non certo pacifica. Ed è proprio un allargamento della NATO ad Est ad impensierire sia i vertici di Mosca che quelli di Pechino.

Infatti anche il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto alla NATO di contenere le sue mire espansionistiche ad Est. Intanto il presidente USA Joe Biden ha incontrato il cancelliere tedesco Scholz. In quest’occasione, invece, da Washington si è ricordato la compattezza della NATO in caso di attacco da parte russa e soprattutto il nodo di North Stream 2 che potrebbe diventare una questione spinosa. Se non addirittura cruciale visto che si potrebbe prospettare il blocco dell’intero progetto ormai chiuso.

Ma il barile può permettersi di scendere dai livelli record toccati in precedenza, anche per un altro motivo: il ritorno al tavolo dei colloqui della delegazione iraniana. Infatti il problema del controllo sul nucleare di Teheran sembra in fase di risoluzione, il che permetterebbe di allentare la morsa sulle restrizioni del petrolio iraniano. Un evento che arriverebbe in un momento propizio visto che l’OPEC+ ha dichiarato che non ha intenzione di aumentare la produzione di greggio.

Da qui una maggiore disponibilità della materia prima sul mercato. Prospettive che hanno permesso al prezzo del Brent e del Wti di registrare un leggero calo. Nonostante questo, però, il Brent continua a galleggiare oltre quota 90 dollari arrivando a 91,4. Non cambia la situazione nemmeno per il Wti con il riferimento a 90,08.