Questa brutta abitudine nel gestire i soldi farà diventare più poveri molti risparmiatori nel 2022

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C’è un vecchio detto che afferma che non si finisce mai d’imparare. Al lavoro o con il partner, nei rapporti con i vicini di casa o riguardo all’hobby di una vita, l’affermazione spesso è veritiera.

A questa semplice legge non sfugge neanche il rapporto tra l’uomo e il suo denaro. A volte questa circostanza risponde a verità, ma in altre si tratta di una falsa convinzione.

Prendiamo il caso dei risparmiatori che affidano tutti i loro risparmi al conto corrente. Dati alla mano, questa brutta abitudine nel gestire i soldi porterà delle perdite nel tempo.

Il conto corrente, lo strumento dalle mille virtù

Partiamo dicendo che se il conto corrente non esistesse andrebbe inventato. Oggi è quasi impossibile non averne uno su cui accreditare lo stipendio o la pensione, le utenze domestiche o le ricariche del cellulare e così via.

Si tratta di uno strumento utilissimo che semplifica e migliora la qualità della vita di un cittadino. Nessun pregiudizio verso il prodotto, quindi, e tanta gratitudine per i servizi (a pagamento) che offre.

Tuttavia, bisogna ricordare sempre che si tratta di uno “conto di pagamento” e non di “investimento”. Basterebbe questa precisazione per comprendere appieno la sua natura e finalità.

Questa brutta abitudine nel gestire i soldi farà diventare più poveri molti risparmiatori nel 2022

A gennaio 2022 l’inflazione (stime preliminari) si è attestata al 4,8% su base annua. Ragionando per assurdo e di fantasia (ce lo auguriamo!), se restasse invariata per circa 11 anni i risparmi si dimezzerebbero. Cioè 10mila oggi sotto il materasso varrebbero 5mila euro a gennaio 2033, così come 100mila euro depositati ieri sul conto diventerebbero (in valore) 50mila.

L’inflazione è come il sale che corrode. Non si vede e non si sente, neppure si paga: semplicemente si subisce.

Per avere idea delle conseguenze, è importante sapere di quanto si sono deprezzati 10.000 euro negli ultimi 20 anni.

Difendere, guadagnare e speculare

Per ovviare a questa perdita inevitabile di denaro, ci sono due vie:

  • la recessione, con l’economia che va a rotoli dove nessuno compra beni e/o servizi e i prezzi scendono o restano invariati. La primavera 2020 ne è l’esempio perfetto;
  • investire i propri risparmi.

A volte il piccolo risparmiatore associa al termine investire altri verbi come: azzardare, rischiare, fare il passo più lungo della gamba.

Utilizziamo una piccola metafora per smentire questo luogo comune. Prendiamo il caso di un medico che dice al proprio assistito: “Egregio paziente, lei deve fare del movimento per stare in salute”. Quel medico non ha prescritto la partecipazione alle Olimpiadi o a una maratona o a una competizione ufficiale.

Fuor di metafora (e in estrema sintesi), investire potrebbe significare 3 cose:

Nella maggioranza dei casi, quindi, investire può significare anche semplicemente difendere quello che si ha. Concetto che non coincide con il deposito integrale dei propri risparmi, specie nella misura in cui la giacenza eccede le ordinarie esigenze.

Approfondimento

Per chi ha soldi sul conto corrente questi titoli di Stato offrono buoni interessi e la possibilità di guadagnare.