Ai mercati azionari piace la riconferma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un ulteriore segno di stabilità arriva anche dal fatto che il ri-nominato Presidente ha confermato anche la sua stessa squadra. In altre parole una prosecuzione in toto di uno status quo che, si spera, possa favorire nel breve anche le tante riforme ancora ferme.
Infatti il problema principale, attualmente, per la politica italiana, dovrebbe essere quello di ritornare a lavorare sul piano di riforme che Draghi ha chiesto ormai da tempo. Lo stesso che l’Europa sta aspettando anche in virtù di un Pnrr che ancora deve portare i suoi frutti. Frutti che potrebbero, ma il condizionale è quanto mai d’obbligo, essere ancora lontano dall’esser colti. Infatti se è vero che nulla è cambiato ai vertici del Governo, molto, invece, si è incrinato a livello di maggioranza e opposizione.
In entrambi i casi, infatti, malesseri interni e veti incrociati sono venuti fuori proprio durante i vari tentativi di elezione del Presidente. A questo punto la domanda sorge spontanea: quanta parte di queste tensioni interne avrà conseguenza diretta sull’iter delle varie riforme? Per rispondere è necessari considerare anche un’altra variabile e cioè l’inevitabile campagna elettorale che si verrà a creare in vista delle elezioni del 2023. Ad ogni modo, almeno per il momento, non sembra che queste tensioni si ripercuotano sul lavoro del Parlamento.
I fari restano puntati sulle tensioni tra Russia e Ucraina ma anche su politica e BCE
Intanto resta confermato, anche a metà mattinata, l’ottimismo per l’indice italiano. Numeri alla mano, infatti, poco dopo le 11.30 il Ftse Mib registrava quasi un +1% con una performance che, durante il primo pomeriggio, permetteva a Piazza Affari di essere la migliore in Europa.
Intanto i fari restano puntati sulle tensioni tra Russia e Ucraina dopo la riunione di ieri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Durante l’incontro i rappresentanti di Mosca hanno continuato a negare le accuse di Washington di voler invadere il territorio ucraino. Da parte sua, invece, il rappresentante statunitense ha rimarcato le paure di una possibile offensiva che potrebbe coinvolgere tutta l’Europa. Altro avvenimento degno di nota: la prossima riunione dell’OPEC+. In realtà le previsioni contano più che altro su una domanda che continuerà ad essere in aumento e su di un’offerta ancora relativamente bassa. O per lo meno caratterizzata da un aumento graduale.