La galassia dei pentastellati perde lucidità e le stelle non brillano più come prima nel buio della politica italiana. Sono finiti i tempi passati in cui Luigi Di Maio, oggi ministro degli Esteri, disdegnava le auto blu nel lontano 2013 per impersonare al meglio la rivoluzione per così dire anti-casta. Poi, con un pizzico di malizia, e immagini alla mano ci verrebbe da dire che almeno sul fronte auto, anche Di Maio si è uniformato alla massa. Indubbiamente per necessità. Oltre il gossip di cui, purtroppo, si colora la politica italiana, nei fatti qualcosa non va.
Tra «contiani» e «dimaiani»
Nell’immediatezza delle elezioni presidenziali ciò che avrebbe fatto saltare i nervi sarebbe stata l’affermazione «ci dobbiamo dire alcune cose – ha dichiarato Di Maio – alcune leadership hanno fallito, alimentato tensioni e creato divisioni. Noi dobbiamo lavorare per unire, per allargare». E fin qui, tutto sommato, nulla da dire. Tutto rigorosamente politically correct. Poi la stoccata finale «anche nel Movimento 5 Stelle serve aprire una riflessione politica interna». Da qui sarebbe partita, almeno pubblicamente, quella che un noto giornale nazionale ha definito «litership».
Di Maio e Conte separati in casa mente il Movimento cerca la Stella cometa
Il movente per così dire è tutto lì. Nella discordanza su un nome in particolare da proporre e soprattutto da supportare per la salita al Colle. Secondo i beneinformati però si tratta solo dell’occasione ultima che svelerebbe una frizione interna preesistente. Conte non replica con durezza e si limita a dire che «ci saranno occasioni per tutti i chiarimenti necessari».
Super Mario
Per sedare gli animi, ammagliare la rete sfilacciata, Mario Draghi raccomanda di non trascorrere i prossimi mesi a leccarsi le ferite. Né tantomeno a svolgere sola campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 2023. Il premier, infatti, ribadisce da subito le priorità da affrontare: il PNRR (Programma Nazionale di Riforma); la pandemia e le ripercussioni sociali; l’economia del Paese.
E se Di Maio e Conte separati in casa aspettano la resa dei conti, il Movimento cerca e attende le parole di Beppe Grillo che, come una cometa, potrebbe ridare ordine al gruppo.