Per gli italiani in Germania massima attenzione alla Kirchensteuer, una dichiarazione che potrebbe costarci un sacco di soldi

Tasse

La comunità di cittadini italiani residenti in Germania è molto ampia. Secondo l’AIRE sarebbero più di 800.000 quelli che risiedono in terra tedesca. Si tratta di uno dei Paesi con il numero più alto di nostri concittadini residenti. Sono in tanti quelli che potrebbero pensare un domani di spostarsi a vivere là. Alcuni lo fanno per amore, altri perché ritengono di poter trovare opportunità lavorative interessanti.

Tra le varie esperienze cui vanno incontro gli italiani in Germania ci sarebbe anche quella di abituarsi al sistema fiscale tedesco. Questo presenta alcune anomalie rispetto al nostro standard. Tutti dovrebbero conoscerne una in particolare. Così sapranno come regolarsi e se sia il caso di pagare questa imposta che potrebbe costituire un vero e proprio salasso.

La dichiarazione

In Germania chi dichiara la propria appartenenza ad una confessione religiosa deve versare una percentuale di circa l’8% del totale dell’imponibile. Questo vale per l’appartenenza alla confessione cattolica, protestante ed ebraica. Si tratta di un approccio totalmente diverso rispetto a quello italiano. Questo si chiama Kirchensteuer. Ma vediamo di cosa si tratta, come accorgersi se la stiamo pagando e come si risolve la situazione in Italia. Per gli italiani in Germania massima attenzione alla Kirchensteuer se non ci si vuole trovare a sborsare tasse esose senza necessità.

Introdotta nel 2012, questa imposta avrebbe la finalità di rendere trasparente e razionale il finanziamento delle grandi associazioni religiose. Per verificare concretamente se siamo già obbligati al pagamento, potremmo verificare nella nostra dichiarazione dei redditi. Qualora nella cartella delle imposte all’indicazione Kirchenstauerabzug siano presenti le lettere RK (per la Chiesa cattolica), allora stiamo pagando l’imposta. Attenzione anche alla scheda tributaria per l’imposta sul reddito che il lavoratore consegna al datore di lavoro. Anche in questo caso potrebbe essere indicata la dichiarazione di partecipazione che farebbe automaticamente scattare l’imposta.

Molti italiani infatti sono battezzati, ma secondo le statistiche ISTAT non sono praticanti assidui. Quando realizzano la dichiarazione dei redditi in Germania, però, potrebbero non pensare alle conseguenze della dichiarazione di appartenenza alla fede. In Italia, infatti, il finanziamento alle associazioni religiose avviene con il sistema dell’8 per mille. In sintesi, lo 0,8% di ciascuna dichiarazione dei redditi IRPEF viene versata nel terzo settore. Se il contribuente dichiara esplicitamente il soggetto destinatario (quale un’associazione religiosa, lo Stato stesso, un istituto di ricerca o un’associazione attiva sul territorio), questa si versa direttamente a loro. La porzione di quanti non esprimono la propria scelta si suddivide invece secondo la percentuale di quanti hanno espressamente scelto il destinatario.

Per gli italiani in Germania massima attenzione alla Kirchensteuer, una dichiarazione che potrebbe costarci un sacco di soldi

Ecco dunque che alcuni potrebbero ritenere superfluo dover pagare imposte anche elevate se la loro appartenenza alla Chiesa locale non è reale. La scelta di dichiararsi non appartenente, però, avrebbe alcune conseguenze. Ad esempio, non sarebbe più possibile lavorare per un’associazione religiosa. Viene discusso invece l’effetto del totale allontanamento dalla Chiesa intesa come comunità di fedeli. Certamente non si potrebbero ricevere più i sacramenti (ad esempio il matrimonio religioso). Ciascuno dovrebbe compiere questa scelta volontariamente e consapevolmente. Ed, in caso, procedere con un atto burocratico che sancisce la volontà di non farne parte. L’atto di rinuncia di appartenenza può essere consegnato presso il proprio municipio ed avrebbe un costo variabile a seconda del Land in cui avviene. In Baviera costerebbe 35 euro, mentre in altre regioni, come Brema, sarebbe gratuito.