Mani e piedi al caldo anche per i più freddolosi grazie a questa invenzione giapponese che in Italia nessuno conosce

kotatsu

In Europa e in Italia utilizziamo molti metodi e approcci per riscaldare la nostra persona. Nelle case, per tradizione, c’era il focolare del camino. Per secoli ha mantenuto le famiglie in un ambiente gradevole ed accogliente. Addirittura, la parola focolare era giunta a rappresentare la casa stessa. Tutt’ora siamo alla ricerca di metodi funzionali per mantenere le estremità del corpo calde.

In Giappone invece si sviluppò una soluzione diversa al problema. E nella sua semplicità per molti versi geniale. Questa continua ancora oggi, grazie ad un semplice accorgimento tecnico che lo rende elettrico e meno pericoloso. Ma ora vediamo in cosa consiste il kotatsu. Giudicheremo poi se potremmo pensarci anche noi. Infatti avremmo trovato un metodo per mantenere mani e piedi al caldo in molti momenti della giornata.

Tutto attorno ad un tavolo

Nella sua spiegazione più elementare il kotatsu è un tavolo piuttosto basso, sopra cui è stesa una coperta molto ampia. Sotto il tavolo viene posta una fonte di riscaldamento. Una volta si trattava di una pentola di bracieri che veniva posta all’interno del pavimento. Oggi si tratta più semplicemente di una resistenza elettrica che genera riscaldamento. Il più delle volte sarebbe una lampadina a infrarossi a 400 W.

Immaginiamoci dunque di fare le molte operazioni della vita quotidiana che facciamo seduti ad un tavolo con una porzione di riscaldamento e di tepore che si diffonde vicino al nostro corpo. Mangiare, scrivere la tesi al computer, guardare la televisione, leggere. Qualcuno realizza anche sonnellini steso a terra grazie alla copertura offerta. Questa attività viene comunque in genere sconsigliata, per il rischio di scottarsi facendo movimenti bruschi. Pare invece che i gatti vadano matti di questa invenzione. La coperta d’altronde permette di diffondere il caldo nell’area interna. Evita però le dispersioni al di fuori. Questo sistema è utilizzatissimo anche negli uffici e nelle scuole. Ci si potrebbe chiedere perché un’idea talmente brillante, eppure semplice, sia poco diffusa da noi.

Mani e piedi al caldo anche per i più freddolosi grazie a questa invenzione giapponese che in Italia nessuno conosce

Non c’è da stupirsi che alcune invenzioni semplicissime non vengano realizzate o concepite per molto tempo. Basti pensare che Robert Plath inventò il trolley a fine anni ’80, dopo che per millenni l’umanità semplicemente non aveva pensato ad un sistema così semplice per spostare pesi. Ma ecco una ragione plausibile del perché un’invenzione tanto semplice si sarebbe sviluppata quasi esclusivamente in Giappone.

Come abbiamo anticipato, questo metodo sarebbe nato nel periodo Muromachi. Questo corrisponderebbe a circa il XIV secolo. Dunque esiste da varie centinaia di anni. All’epoca, nelle case tradizionali era uso porre i fornelli al di sotto del livello del pavimento. Il celebre kamado, il barbecue giapponese ora di tendenza, era nato così. A questo si aggiunse semplicemente l’idea di porre un lenzuolo a distanza di sicurezza che potesse estendere il calore. Ecco il motivo per il quale si sviluppò quasi esclusivamente in Giappone. A favorire il suo utilizzo nell’epoca contemporanea ci sarebbe stato anche un elemento ulteriore.

Le tradizionali case giapponesi, infatti, per ragioni antisismiche, hanno le pareti sottili. Non sempre ci sono i doppi vetri e difficilmente si trovano riscaldamenti centralizzati. I sistemi di riscaldamento utilizzati, dunque, sarebbero piuttosto dispersivi. Ecco che un sistema così congeniato aiuta a mantenere il caldo concentrato.