Ecco quali soldi la moglie o il marito non possono assolutamente spendere né prelevare dal conto o dal libretto del coniuge

conto corrente

Finché c’è amore e accordo all’interno di una coppia non ci si pone il problema della divisione dei beni. Spesso si decide di aprire un conto corrente cointestato in modo da facilitare la gestione delle spese familiari. Risulta infatti più comodo anche pianificare i pagamenti delle utenze domestiche e l’accredito degli stipendi. Tuttavia se dovessero scoppiare conflitti fra i coniugi potrebbero sorgere problemi nella gestione dei risparmi in giacenza presso un istituto di credito. Anzitutto sarebbe bene sapere se si possono prelevare tutti i soldi da un conto cointestato. In caso di gravi e violenti contrasti uno degli intestatari potrebbe ripulire il conto?

Ovviamente ciò dipende anche dal tipo di contratto sottoscritto al momento dell’apertura. Questo perché se si sceglie di effettuare operazioni bancarie o postali con firma congiunta è necessaria l’autorizzazione del cointestatario. Ciò nonostante meglio fare attenzione perché una nuova sentenza autorizza a prelevare tutta la giacenza dal conto cointestato in questi casi.

Alcuni risparmiatori rischiano quindi di pagare un prezzo fin troppo alto se dovesse venir meno l’armonia del rapporto di coppia. Ecco quali soldi la moglie o il marito non possono assolutamente spendere né prelevare dal conto o dal libretto del coniuge. Vi sono somme di denaro che risultano di proprietà esclusiva di un solo coniuge. Si può accedere alle stesse unicamente se l’intestatario concede al partner il libero utilizzo del denaro in deposito.

Il che ovviamente presuppone che fra i due coniugi vi sia pieno accordo sulla gestione dei beni mobili. In circostanze particolari invece non conta neanche la comunione dei beni perché la moglie perde comunque questi soldi sul conto bancario. Vi sono infatti situazioni specifiche che determinano la decadenza di alcuni diritti di proprietà.

Ecco quali soldi la moglie o il marito non possono assolutamente spendere né prelevare dal conto o dal libretto del coniuge

Quali sono allora i diritti del coniuge sui risparmi presenti sul libretto o sul conto derivano dallo stipendio dell’altro partner? Le retribuzioni mensili che costituiscono redditi da lavoro sono di proprietà esclusiva del lavoratore. Pur tuttavia i proventi dell’attività lavorative vanno divisi al 50% con il coniuge in caso di separazione.

Tale disposizione per quanto possa sembrare ingiusta è finalizzata a tutelare gli interessi familiari. Esistono però somme di denaro che pur in deposito sul conto o sul libretto non devono essere spartite con il partner. Secondo l’articolo 179 del codice civile i redditi provenienti da pensioni di invalidità o da risarcimenti per danni o infortuni non sono oggetto di divisione.

A questi si aggiungono le somme di denaro derivanti da donazioni  o quote ereditarie. Ne consegue che su quei soldi la moglie o il marito non possono accampare alcuna pretesa di proprietà neanche se dovessero separarsi o divorziare. Di qui l’impossibilità di spenderli o di prelevarli se non in caso di esplicita autorizzazione del titolare.