Sempre più studi dimostrano come la qualità del sonno influenzi profondamente anche la qualità della vita quotidiana. Dunque attenzione a non dormire troppo o troppo poco, in particolare per questa categoria di persone. Questa affermazione vale per tutti ma in particolare per le persone più avanti con l’età. Uno studio della Washington University School of Medicine spiega come sembrerebbe essere possibile rinvenire un collegamento tra mancanza di sonno e l’Alzheimer.
In particolare sembra possibile osservare una correlazione tra quantità di sonno e rapidità dell’avanzare della malattia. Questa ricerca pubblicata sulla rivista Brain dimostrerebbe come sia individuabile un tempo ideale di sonno (definito sweet pot), che se raggiunto riuscirebbe a mantenere le capacità cognitive stabili. In altre parole secondo questo studio non raggiungere una quantità di ore di sonno sufficiente durante la giornata potrebbe, unitamente ad altri fattori, contribuire a velocizzare l’avanzamento dell’Alzheimer.
Attenzione a non dormire troppo o troppo poco, in particolare per questa categoria di persone
Negli anziani l’Alzehimer rappresenta circa il 70% di tutte le cause di deficit cognitivi. L’insonnia o il sonno disturbato possono presentarsi insieme a questa malattia della vecchiaia, potendo andare a creare una sinergia dannosa per la salute dell’anziano. Proprio per capirci di più il Washington University ha proposto a 100 volontari, con età media di 75 anni, di sottoporsi ad alcuni test. In particolare il loro sonno veniva controllato attraverso un elettroencefalogramma per 5-6 notti. Inoltre, veniva prelevato loro un campione organico per verificare lo stato di avanzamento dell’Alzheimer.
Si è notato come la malattia peggiorava quando il sonno degli anziani si attestava sotto le 4 ore e 30 minuti o superava le 6 ore e 30 minuti per notte. Rimaneva, invece, invariata quando la quantità di sonno risultava compresa tra le 4 ore e 30 minuti e le 6 ore e 30 minuti. Questo ha permesso agli scienziati il calcolo dello sweet pot (tempo ideale per il sonno).
Energia per tutta la giornata
Dunque è vero che il fabbisogno di sonno per notte nelle persone anziane diminuisce rispetto ai giovani e agli adulti. Questo può essere dovuto a molteplici fattori, ad esempio perché cala il dispendio energetico per la giornata, oppure perché spesso il sonno degli anziani tende ad essere più dilazionato durante la giornata, concedendosi spesso pisolini pomeridiani.
Sembrerebbe importante però, che la quantità di sonno per notte rimanga intorno allo sweet pot, per prevenire, come si è visto, il possibile peggioramento di malattie collegate all’avanzamento dell’età e per assicurare tutta l’energia necessaria durante la giornata.