Sono questi i malcapitati pensionati che dovranno ridare soldi all’INPS per il mancato aggiornamento di questi dati 

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Quando si ricevono Bonus, assegni previdenziali e altri sussidi difficilmente ci si immagina di doverli restituire. Potrebbero infatti esserci errori nell’assegnazione di alcune spettanze per cui magari l’Ente eroga degli indebiti. In alcune circostanze potrebbe succedere che il contribuente abbia già speso gli assegni che gli sono stati accreditati. Il che significa che potrebbe non avere più la somma di denaro da mandare indietro o che ciò comporti un notevole sacrificio.

Si raccomanda pertanto di leggere con cura le disposizioni legislative  più recenti. Periodicamente infatti potrebbero cambiare i criteri con cui si assegnano non solo ammortizzatori economici, ma anche le prestazioni assistenziali. Occorre quindi sapere se vi sono moduli da compilare e inviare entro una precisa scadenza per non perdere il diritto agli aiuti statali. Nella peggiore delle ipotesi l’INPS addirittura sospende per 2 mesi il pagamento delle pensioni se non si presenta tutta la documentazione per tempo.

Più nello specifico sono questi i malcapitati pensionati che dovranno ridare soldi all’INPS per il mancato aggiornamento di questi dati. Nel corso degli anni potrebbe infatti cambiare i requisiti anagrafici o reddituali. Per ottenere il riconoscimento di alcune prestazioni economiche è infatti necessario assicurarsi di possedere ancora i requisiti richiesti. Se invece dovessero verificarsi alcune variazioni bisogna fornire adeguata comunicazione all’Ente. I contribuenti devono infatti rispettare gli specifici obblighi dichiarativi che il dettato legislativo prevede.

Sono questi i malcapitati pensionati che dovranno ridare soldi all’INPS per il mancato aggiornamento di questi dati

Sono tenuti a restituire il denaro indebitamente percepito proprio i contribuenti che non forniscono comunicazione di alcune informazione. Identico obbligo vale anche per chi omette una parte dei dati che invece andrebbero resi noti all’Ente. Chi a partire dall’età di 67 anni percepisce l’assegno sociale ha obblighi da rispettare. Anzitutto deve verificare quali sono i redditi esenti e quali invece rilevano ai fini del riconoscimento della prestazione. Vi sono inoltre limiti di reddito personale o coniugale da non oltrepassare.

Del resto è proprio l’eventuale superamento delle soglie reddituali a causare la decadenza del diritto alla misura assistenziale. Per conoscere le disposizioni dell’INPS su importi spettanti e limiti reddituali si rimanda alla circolare 197 del 23 dicembre 2021. Pur tuttavia l’INPS può pretendere la restituzione degli assegni indebitamente erogati solo se il beneficiario viene meno agli obblighi dichiarativi. In tal caso il contribuente dovrà mandare indietro le somme di denaro percepite a partire dalla data in cui il provvedimento rileva la mancata comunicazione. In sostanza dovranno restituire gli assegni solo i titolari di assegno sociale che in prima persona risultano responsabili del pagamento indebito.

Approfondimento

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